Né lui né Juan dovevano esserci. Oggi sono un muro

07/04/2010 alle 09:15.

IL ROMANISTA - Era il 2 settembre scorso quando Claudio Ranieri arrivò a Roma. La formazione giallorossa era una di quelle che subiva più gol in Italia: sei nelle prime due giornate di campionato, una media da serie B più che da squadra di vertice. E infatti la Roma era ultima in classifica. Mexes era un lontano parente di quello ammirato negli anni passati, Juan stava più fuori che dentro per colpa dei soliti infortuni, Andreolli era ancora un giovane di belle speranze e Burdisso sembrava l’unico che sapesse cosa fare e quando farlo ma solo perché, si diceva, non si era ancora calato nella situazione romana.

I meriti sono ovviamente da dividere tra il tecnico e i calciatori ma ci sono due protagonisti assoluti in questa ritrovata solidità difensiva della formazione giallorossa: si tratta di Burdisso e Juan. Uno si è dimostrato un vero e proprio leader, sbagliando veramente poco nella stagione diventando di fatto titolare al posto di Mexes, l’altro ha definitivamente superato i problemi fisici che lo hanno afflitto fino a dicembre ed ha trovato una continuità di rendimento straordinaria. Il Bandito e il Campione sono una strana coppia, perché non si sarebbero dovuti nemmeno incrociare a Trigoria. Juan, infatti, l’estate scorsa era stato già venduto al Real Madrid e se non si fosse fatto male in Confederation Cup oggi starebbe giocando nella Liga con Raul e Cristiano Ronaldo. Burdisso è arrivato solo in extremis, in prestito e un giorno prima dell’inizio del campionato. Un regalo dell’Inter, e probabilmente ora ad Appiano Gentile si stanno pentendo di aver rinforzato così tanto la Roma. E se è vero, come dicono, che lo scudetto si vince con la migliore difesa e non con il miglior attacco, quella giallorossa in questo momento non ha niente da invidiare a nessuno. Anche per questo, sognare è lecito.