Mou al comando grazie alle ultime

02/04/2010 alle 09:54.

CORSPORT (E. INTORCIA) - Lo scudetto si vince con le piccole. Anzi, me­glio chiamarle ultime, visto che nella pazzesca clas­sifica di quest’anno capita anche di vedere la Lazio al quintultimo posto. Bene, lo scudetto si vince (o si per­de) con le ultime: assioma vecchio come il calcio, va­lido più che mai in una volata scudetto così serrata in cui sono i dettagli a fare la differenza. Per la Roma recuperare un punto sul­l’Inter vuol dire scudetto, per il Milan mangiarne quattro ai cugini nerazzur­ri è condizione necessaria, ma non sufficiente, per l’impresa tricolore.

 

Per la Roma recuperare un punto sul­l’Inter vuol dire scudetto, per il Milan mangiarne quattro ai cugini nerazzur­ri è condizione necessaria, ma non sufficiente, per l’impresa tricolore.

Gli scontri diretti sono andati. Ma più che il doppio brindisi nel derby, e nonostante il ko di Roma, a tenere l’Inter di Mourinho ancora davanti a tutti è il ritmo elevato che la formazio­ne nerazzurra finora ha saputo man­tenere quando si è trattato di affronta­re quelle che oggi sono le ultime otto della classe, dal Chievo al Livorno.

Anzi, per dirla tutta sono proprio i to­scani ad aver fatto un favore all’Inter e a fare la differenza: sconfitti andata e ritorno dai nerazzurri, gli amaranto hanno saputo togliere parecchi punti alle due rivali, ben cinque alla Roma (confermandosi in qualche mo­do un tabù per i giallorossi, un po’ come era avvenu­to due anni fa) e quattro al Milan.

 

CHI PERDE CON LE PRIME DODICI - Viceversa, la squa­dra di Mourinho, rispetto a Roma e Milan, ha finora lasciato un po’ di punti negli scontri con le prime no­ve squadre alle spalle del terzetto di testa, per inten­derci dal Palermo al Cagliari, 12° in classifica a quo­ta 40. L’Inter ha raccolto 28 punti in 16 gare, con una media di 1,75 a partita. E’ riuscita a fare 6 punti su 6 solo con il Cagliari, si è fatta portar via 5 punti dalla Sampdoria e 4 dal Bari, e ha perso all’andata con la , da affrontare subito dopo la .

Roma e Milan, invece, con le nove squadre alle pro­prie spalle hanno mantenuto un ritmo identico, di 2 punti a partita. La squadra di Ranieri ne ha da parte 28 in 14 gare: per ora ha fatto bottino pieno so­lo con la , però può ripetersi con il Bari su­bito e poi con il Parma. e le rivali a cui ha lasciato più punti, tre.

Per Leonardo, invece, la bestia nera è il : gli azzurri gli hanno soffiato ben 4 punti e, con il Paler­mo (che però ospiterà il Milan alla 35ª giornata), so­no l’unica squadra che i rossoneri non sono riusciti a piegare. Nelle ultime sette giornate, a partite dalla gara di domani a Caglia­ri, il Milan incontrerà sei squadre di prima fascia: dal Palermo al , dalla al big match con la all’ultima domenica di campio­nato, è qui che i rossoneri dovranno trovare i punti per avvicinarsi alla vetta.

 

CHI PERDE CON LE ULTIME - Quello che invece il Milan non può fare è miglio­rare sensibilmente la media con le ul­time otto. Finora ha ottenuto 32 punti in 15 gare (2,13 di media) e anche bat­tendo il Catania dopo Pasqua non riu­scirebbe a migliorare la media che di pochi centesimi (arrivando a 2,18). Sensibile la differenza di passo con l’Inter: Zanetti e compagni hanno rac­colto finora 28 punti in 11 partite (2,54 di media) e hanno perso punti solo contro Catania (una vittoria e una sconfitta) e Atalanta (il pari dell’andata). E anco­ra: da qui alla fine affronterà cinque delle ultime ot­to in classifica, tutte (tranne l’Atalanta, appunto) già battute all’andata. La Roma si colloca nel mezzo, co­munque più vicina al Milan che alla capolista. Con 29 punti in 13 gare, contro le ultime ha una media di 2,23. A parte il Livorno (un pari e un ko), ha perso punti con l’Udinese (3) e Catania (2), facendo bottino pieno con il e potendo ripetere lo stesso ri­sultato con Atalanta, Lazio e Chievo.

La volata scudetto, così, racchiude un piccolo gran­de paradosso. Scontri diretti a parte, è con le ultime che l’Inter ha costruito il primato, sbagliando solo due partite. Ed è a loro, alle ultime, che Roma e Mi­lan chiedono ora una mano.