
IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - To-To-Vu, To-Vu-To, Tu-To-To, Ti-Ti-Ti, Vi-Vu-Vo, Pim-Pum-Pam, e così via. Divertiamoci come vogliamo, ma alla fine quello che gioca sempre è Vucinic. Sarà il momento, sarà il futuro. Non si sa. Claudio Ranieri prende decisioni coraggiose, ma il coraggio di togliere Vucinic non ce lha. E ci mancherebbe, visto lo stato di grazia del montenegrino che gioca in Italia e quando esulta dice vamos. Totti non sta benissimo e il suo rientro è stato gestito: cinque minuti contro lInter, diciotto a Bari, tutta la partita con lAtalanta e quei famosi 45 minuti contro la Lazio. Toni, idem.
Fatto sta che Mirko, in attesa delle decisioni del tecnico su Totti e Toni in vista di Roma-Sampdoria, di sicuro giocherà titolare. Ranieri gli ha fatto un bel discorsetto: la diffida che ti porti appresso da più di un mese (dallammonizione rimediata la sera di Roma-Udinese, 21 marzo), cerca di portartela appresso fino alla fine del campionato. Niente scherzi, insomma. Serve Vucinic, cha sa fare lesterno, il centravanti, il trequartista. Serve la sua vena, la sua voglia di essere sempre più decisivo. Tredici gol segnati in campionato, una ventina di punti rimediati grazie alle sue reti. Non record personale, però: il massimo di reti in A è di diciannove, aveva la maglia del Lecce addosso (2004-2005). Totale reti in A è sessantaquattro, di questi ventinove con la maglia del Lecce. Per lui un traguardo importante anche per le presenze: domenica taglia le duecento in A, 116 volte con la maglia della Roma addosso. Esordio, 18 febbraio 2001, guarda caso in un Roma-Lecce (1-0), presente contro futuro. E il suo futuro prossimo? Di sicuro, Vucinic è tra i prezzi pregiati della Roma. Nessuno a Trigoria (o a Villa Pacelli) sta pensando di privarsi di lui, però in Inghilterra premono. Il Manchester City è disposto a superarsi: dai venticinque milioni è passato a trenta. Offerta degna, sicuro. Vedremo.
Un altro di cui ora è difficile fare a meno è Jeremy Menez. Il cocchetto di tutta la squadra, da un po anche di Ranieri con il quale in passato aveva vissuto qualche incomprensione. Che lo stesso Jeremy conferma, intervistato da 'France Football'. «Quattro mesi fa ho avuto una bella discussione con il tecnico. Abbiamo messo le carte in tavola, lui mi ha detto che credeva in me. Avevo bisogno di sentire quelle parole. E ormai mi diverto». Si diverte lui, si diverte la Roma. «Siamo su un vulcano! I tifosi sono in tripudio dopo la vittoria nel derby. Sta succedendo qualcosa di incredibile. Ma non bisogna bruciarsi. Lo scudetto è ancora lontano». Il problema è sempre stato: dove far giocare Menez? «Sto talmente bene che posso giocare ovunque, non mi pongo più questi problemi. Ho trovato il mio percorso, mi sento appagato. Alla Roma mi sono fatto il mio nido. La Nazionale? Ci credo fino in fondo, dire il contrario sarebbe mentire».