IL MESSAGGERO - Stadio Olimpico, domenica sera, tribuna donore. Sui sedili azzurri in pelle umana griffati Coni sono accomodati politici, imprenditori, dirigenti, prelati, generali, vip, vamp, amministratori, ristoratori, insomma di tutto. Lotito è seduto tra il fido ds Tare e Benedetta Geronzi; una fila più in basso Giovanni Malagò è invece tra il membro Cio Francesco Ricci Bitti e linviato di Barack Obama David Thorne, ambasciatore americano a Roma e tra laltro romanista dopo un passato giovanile nella nostra città.
Al fischio finale Malagò alza le braccia in segno di trionfo, Lotito gli passa da dietro, gli afferra una guancia, gliela stringe con un pizzicotto e davanti agli occhi esterrefatti dellambasciatore gli sibila beffardo: «Hai rubato anche stavolta, sei contento?». Malagò si gira, scavalca agilmente un paio di poltroncine e si avvicina a brutto muso al presidente della Lazio:«Mache fai? Come ti permetti?». Lotito si allontana in fretta protetto dalla scorta, Malagò è furibondo, la stessa scorta lo calma: «Dotto, lasci perdere...».




