CORSPORT (P. TORRI) - Stavolta il fattore sorpresa non potrà esserci. Perché la Roma arrivata a un punto dallInter con sette partite da giocare, sa bene quello che succede nella testa e nelle gambe quando si va in campo per vincere lo scudetto. Perché ci sono molte analogie tra questa rincorsa e quella di due campionati fa, quella che a trenta minuti dalla fine, con la Roma in vantaggio sul campo del Catania, si stava per concludere con un trionfo che avrebbe avuto del clamoroso (non dal punto di vista tecnico perché in quella stagione i giallorossi avrebbero meritato il titolo perlomeno quanto i nerazzurri).
Analogie che cominciano con i giocatori. Nellattuale rosa della Roma, infatti, ci sono infatti ben tredici giocatori che vissero quello straordinaria cavalcata conclusa a ottantadue punti ( record di società, la Roma di questanno potrebbe batterlo vincendo tutte le sette partite che mancano da qui alla fine arrivando a ottantatrè). Tredici giocatori che costituiscono tuttora la spina dorsale della squadra che Claudio Ranieri ha ereditato il primo settembre scorso portandolo dallultimo posto al secondi in classifica, a un soffio dallInter, eterna rivale di questi ultimi anni, in campionato e nelle coppe italiane.
Quella di adesso, peraltro, ha pure un vantaggio rispetto a quella. Cioè, a sette giornate dalla conclusione, ha uno svantaggio decisamente ridotto (allepoca era di quattro punti, poi salito addirittura a sei per due partite, dopo il pareggio casalingo dei giallorossi contro il Livorno), un solo punto, e, pure, ha il vantaggio di avere questa volta un doppio confronto diretto favorevole, cosa che in caso di arrivo a pari punti con i nerazzurri, consegnerebbe il titolo alla Roma. Ma al di là di quelli che sono i vantaggi numerici, che pure contano, cè anche quello psicologico. Perché questi tredici giocatori da Julio Sergio, passato da eterno dodicesimo o peggio a titolare inamovibile, a Totti, hanno già vissuto una situazione del genere, ora sanno meglio quello che li aspetta in queste ultime sette fatiche di campionato, da come è preferibile vivere le vigilie a quale atteggiamento avere quando si scende in campo sapendo di dover e poter soltanto vincere.
Saranno probabilmente addirittura otto i giallorossi di allora che domani saranno titolari a Bari: Julio Sergio, Juan, Cassetti, De Rossi, Taddei, Pizarro, Totti, Vucinic, con Mexes, Tonetto, Doni e Brighi che siederanno in panchina, mentre lo squalificato Perrotta ( ma non è escluso che possa partire lo stesso per Bari) seguirà da casa sua la gara dei compagni al San Nicola.
In una sfida in cui i dettagli possono fare la differenza, può essere anche un fattore la consapevolezza di una squadra che arriva a questo rettilineo finale, per definirla alla Ranieri, sapendo quello che si deve fare e quello che bisogna evitare. Fermo restando che ogni partita fa storia a sè, indipendentemente da corsi o ricorsi storici. Tra laltro in questa stagione cè pure un terzo incomodo come il Milan, distante tre punti dallInter, due dalla Roma, che però, al momento, sembra difficile possa assumere il ruolo del terzo che gode.