GASPORT - Un derby da ricordare e a tratti da congedare. Come quelle coreografie iniziali, che le due curve si scambiano mentre su Roma cala la sera. Come quell'agonismo in campo, che poi si traduce in gesti un pò così. Come questi festeggiamenti per le strade della città, fino ad Anzio e Nettuno, ma anche brutti coltelli e incendi.
Fuori dal campo Dallo stadio escono quasi a braccetto Rutelli e Gasparri. Lo sguardo basso del primo, e un grande sospiro dei suoi prima di parlare: "Devo dire la verità: la Lazio ha giocato meglio. Tutta la squadra ha dato lanima. La crescita è stata evidente, usciamo da questa sfida a testa alta». Mentre Gasparri mostra i due telefonini con la cover giallorossa e dice: «Il vero leader in questa stagione è stato Vucinic. Siamo stati bravi a non mollare alla fine, quando loro hanno ceduto». Anche Giovanni Malagò esulta: «Merito di Ranieri, e di quei coraggiosi cambi: che colpo mettere fuori De Rossi e Totti». Mentre, Clemente Mimun non si scoraggia: «Rigore sbagliato, gol subito: è la dura regola del calcio. MalaRoma ha fatto solo due azioni, non meritava». In campo Ma cè anche qualche immagine che rimane impressa: i pollici di Totti verso la Nord, lo scontro di Radu con Perrotta, e gli incidenti fra tifosi, a rovinare la coreografia allestita dalle curve. Perché la festa, invece, il resto dello stadio, laveva preparata bene.
Già dalle 17 i primi sfottò. Inizia la Sud: «Ricottatevi della B»; e un sarcastico tuffo nel passato: «Che nessuno si tiri indietro comefece Paolo Negro», a ricordare il derby del 2001, ma che poi è risposta allo striscione esposto a Formello giovedì che diceva «che nessuno si tiri indietro, non lasciamogli neanche un metro». Risponde la Nord: «Noi felici e pochi, voi tristi e bori»; e anche un gigantesco « Dal 1900, dei vostri colori felici, del calcio a Roma pionieri». E su questo i romanisti rispondono con un enorme telo raffigurante Nerone con il pollice verso. Infine, per i romanisti ultimo telo: con un lupo che atterra un' aquila.




