
LEGGO (F. BALZANI) - «Calma, non è ancora il momento di festeggiare». Claudio Ranieri lo dice a chiunque incontri. Che si tratti dei suoi giocatori, di addetti ai lavori o di semplici tifosi. Il tecnico romano cerca di tenere con i piedi per terra un ambiente che ha ormai aperto le ali e vede a 4 centimetri un paradiso che sembrava perduto dopo il primo tempo del derby. Il sogno è ripartito dal rigore parato di Julio Sergio e dalla doppietta di Vucinic che ha rotto definitivamente gli argini dellentusiasmo giallorosso. Vinceremo il tricolor cantava domenica la Curva Sud rompendo un tabù che durava da anni. Quella stessa Curva che sei mesi fa restituiva polemicamente la maglia di capitan Totti.
Il primo merito di Ranieri è stato proprio quello di riamalgamare i resti di un ambiente fatto a pezzi dallultima era Spallettiana. Ci ha messo un paio di mesi, il tecnico romano, per forgiare una Roma di ferro che ha dimostrato di non soffrire il mal di vertigini nonostante qualche pericolosa raffica di vento. Lultima è arrivata domenica sera. Il gol di Rocchi e il rigore di Floccari potevano abbattere un elefante. Non un gruppo che ha stretto in questi giorni un autentico Patto dei Lupi che mette al riparo da possibili polemiche figlie di esclusioni eccellenti. Lo dimostra il comportamento di Totti e De Rossi, usciti dal loro derby dopo 45, ma pronti a fare il tifo per i compagni. Lo esalta Mexes, da mesi relegato in panchina, che festeggia come un bambino ad ogni gol.
Domenica, dopo il derby, tutta la rosa si è ritrovata in un noto ristorante dellAventino fra brindisi e cori da stadio. «Abbiamo capito di essere una grande squadra», ha detto Vucinic che insieme a Menez rappresenta il vero turbo in questo ultimo rettilineo. «Ranieri ci ha dato consapevolezza dei nostri mezzi. Ci ha trasmesso il carattere dei grandi». Ma il dolce ritornello è ripetuto da tutta la rosa. Dallex interista Burdisso alla scoperta Julio Sergio, dal rigenerato Juan allinstancabile Riise.
I meriti di Ranieri investono anche la società, indebitata e duramente contestata a inizio anno. La Roma non ha speso un euro nel mercato estivo e si ritrova a 4 giornate dalla fine sopra le milionarie Inter e Juventus. Se non è un miracolo, poco ci manca.