IL ROMANISTA - Alla fine ne è rimasto soltanto uno, e per quello che si è visto in questo campionato pare sia quello buono. Ma in partenza gli aspiranti a difendere la porta della Roma erano ben 4. Strana storia quella dei portieri giallorossi in questa stagione.
Poi però ci si è resi conto che forse l’ex portiere del Siena non è che fosse poi così affidabile, e si è pensato di correre ai ripari negli ultimi giorni di mercato prendendo (in prestito) il romeno Lobont, che a Roma era famoso soprattutto per aver parato tutto il possibile in un Fiorentina-Roma nel 2005-2006. Solo che Lobont è arrivato a Roma infortunato. Per questo dopo le prime cinque partite stagionali, in cui con Artur in porta la squadra giallorossa riuscì a subire 8 gol da squadre che si chiamano Gent e Kosice, oltre al Genoa, Spalletti decise di puntare nella gara contro la Juve sul «miglior terzo portiere del mondo», che prima di allora contava qualche fugace apparizione in prima squadra e nulla più. Il brasiliano era considerato come la mascotte della squadra,
quello che rimaneva a fine allenamento perché serviva un portiere per provare le punizioni e i rigori. E invece con l’arrivo di Claudio Ranieri il titolare è diventato lui.
Nemmeno il ritorno di Doni, che non ha mai convinto quando ha giocato titolare, lo ha schiodato dalla porta che adesso difende con le unghie e coi denti. E che difficilmente lascerà, almeno in questo campionato.
