IL ROMANISTA (G. PIACENTINI) - Quando segna lui, la Roma vince. Con rarissime eccezioni. Questanno è successo in dieci delle tredici gare in cui Mirko Vucinic ha iscrittoilsuonomeneltabellinodeimarcatori; duevolte (al Meazza con lInter e al San Paolo col Napoli) è finita in parità e solo una volta, ad Atene col Panathinaikos (ma quando è uscito lui il punteggio era in parità), la Roma è uscita sconfitta dal campo.
Sette giorni dopo a Milano un suo colpo di testa consentì alla Roma di passare in vantaggio con lInter al Meazza: Etoo (e larbitro Rocchi) rimisero le cose a posto nella ripresa. Gol fondamentale anche quello realizzato a Bergamo, con lAtalanta avanti di un gol. Ci pensò poi Perrotta (su assist di Mirko) a dare i tre punti ai giallorossi. Dopo Bergamo si è concentrato soprattutto nelle coppe, andando a segno contro il Basilea (2-1 allOlimpico), con la Triestina (3-1) e lUdinese (2-0) nellandata della semifinale di Coppa Italia. Quello più pesante, però, è forse il gol di Firenze che ha regalato alla squadra di Ranieri una vittoria forse immeritata ma importantissima nella rincorsa scudetto. Che è proseguita (anche) grazie al suo gol in Roma-Catania (1-0) del 21 febbraio. A Napoli aveva realizzato il gol dello 0-2, quello che aveva dato la speranza di portare a casa i tre punti prima che la squadra di Mazzarri (grazie anche a Rizzoli) riuscisse a pareggiare. La tripletta contro lUdinese, con la Roma decimata dalle assenze e dalle squalifiche, è un altro passaggio fondamentale della stagione perché proprio da quel giorno è iniziata la nuova serie di vittorie consecutive, oraarrivataaquattrograzieallamagia di Bari, dellaformazione romanista. Se la Roma è a meno uno dallInter, insomma, una (buona) parte del merito è anche di Mirko Vucinic. Un ex talento, che finalmente è diventato un campione.