LIBERO - Totti resta in campo e la Roma perde. Doni torna titolare e lAtalanta perde. La Juve vince ma Del Piero strapazza il povero Zac, reo di aver osato pensare di sostituirlo. E ancora, Leonardoche mancosi sogna di rinunciare a Ronaldinho, nonostante la mobilità da giocatore di Subbuteo. Eccoli qui, i mostri sacri del calcio italiano. Monumenti troppo pesanti da spostare, bandiere che è un sacrilegio ammainare. Totem che gli allenatori devono per forza lucidare, per tenersi buona la piazza e lo spogliatoio. «Faccio quello che dice il mister», per carità. «Sono a disposizione della squadra», come no. Finché giocano, si intende. Ma se li fai uscire o peggio se li tieni fuori si arrabbiano, si deprimono, ti mandano a quel paese. Il popolosta dalla loro parte, memore ditante
Dopo il derby romano tutti a osannare Ranieri: che coraggio, ha tolto Totti. Ce ne è voluto talmente tanto che non ne restava più per sostituirlo unaltra volta. Si dirà: Totti e Del Piero segnano. Vero, ma spesso giocano da fermi, oppure da soli, ignorando gli scatti dei compagni e le urla dellallenatore. Fanno come gli pare, come quello che alloratorio portava il pallone e voleva decidere tutto lui, figuriamoci se qualcuno si azzardava a dirgli che doveva stare fuori. Tutto bene, quando la buttano dentro. Ma se non sono in giornata rischiano di diventare un lusso. Hanno passato i 33 e corrono meno, la classe in certi momenti non basta più. Così si trasformano in croce e delizia per i Ranieri, gliZaccheroni oiMutti di turno. Che pur di tenerseli buoni gli ritagliano addosso il modulo oppure, peggio, cambiano quello che si era rivelato vincente.
Pensiamo alla Juve: le cose più belle (si fa per dire) le ha fatte vedere con il 4-2-3-1. Con questo schema Ferrara stritolò 5-1 la Samp (incredibile, è successo davvero). Sembrava la quadratura del cerchio. Già, ma dove mettere Del Piero? Allala no, dietro la punta nemmeno. Ecco allora il ritorno al fatale rombo, talmente sbilenco da far cadere dalla panca il povero Ciro. Nemmeno la Juve di Zac si è fatta mancare equivoci tattici e conseguenti scoppole memorabili.
Ranieri, massacrato dalla critica filo-Alex quando era a Torino, a Roma si è ritrovato tra le mani un altro intoccabile, anzi lIntoccabile. Con la Samp non se lè sentita di toglierlo nuovamente e gli ha affiancato Toni, riproponendo la mossa sbagliata del primo tempo contro la Lazio. Risultato, la manovra giallorossa si è ingolfata e la Samp ha colpito duro. Sabato Mutti aveva sorpreso tutti rispolverando Doni al posto di Amoruso. Tutto bene finché lAtalanta è stata in vantaggio, poi i bergamaschi a Julio Cesar non hanno fatto più nemmeno il solletico. Forse i nostri eroi dovrebbero pensare a un altro impiego, magari a un part time di lusso. Piuttosto che sfiancarsi in novanta minuti, meglio tenersi in frigo per la frizzante mezzora finale. Entrando belli freschi, lascerebbero il segno sugli avversari stanchi con uno dei loro colpi di classe. Ricordate Altafini? Entrava e segnava. Come direbbe lui, è scritto a pagina venti del manuale del calcio. Totti, capitano della Roma e Doni, leader dellAtalanta