De Rossi, un urlo e una barba da gol per lo scudetto

16/04/2010 alle 09:01.

GASPORT (M. CECCHINI) - Nomi da mormorare come un rosario, grani più vistosi di preghiere laiche coi tacchetti, a volte (non sempre) arrivate fino al cielo. Fulvio Bernardini, Amedeo Amadei, Alberto Orlando, Luciano Spinosi, Giancarlo De Sisti, Bruno Conti, Agostino Di Bartolomei, Giuseppe Giannini, Francesco Totti, Alberto Aquilani. Non tutti: i più. In questo elenco c’è anche lui, Daniele De Rossi — romanista e romanista come gli altri — che però ha segnato la sua unica rete in uno dei derby più malinconici della storia recente giallorossa, quello finito 4-2 (per la Lazio) lo scorso anno. Non a caso, l’11 aprile 2009, una volta vista la palla dentro la rete neppure esultò. C’era bisogno di tempo, ma quello che venne non bastò.

Rossi & Tagliavento Una cosa è certa. I nervi a Trigoria sono bollenti. Quelli di Daniele (con la barba lunga: pare un pegno scaramantico) e quelli di tutti gli altri. Occhio, però, perché i rischi ci sono, visto che sono ben 6 i giallorossi espulsi contro la Lazio (Brighi, Cassetti, Mexes, Perrotta, Pizarro, Vucinic). A far sorridere l’ambiente, comunque, è stata la designazione di Tagliavento, considerato un arbitro-amuleto per la Roma, poiché nelle 14 volte che ha arbitrato i giallorossi sono arrivate 11 vittorie e 3 pari.

L’abbraccio del tifo Se la pressione non fosse di per sé abbastanza alta, ci pensa la cinquantina di tifosi fuori dai cancelli di Trigoria a riscaldare l’ambiente. Fuori? Fino ad un certo punto, perché tre o quattro sono riusciti a scavalcare il muretto ed entrare in campo ad abbracciare i giocatori. «Venite a palleggiare con noi», ha scherzato Vucinic, mentre ha garantito l’incolumità del gruppetto quando è intervenuta la Polizia per portarli fuori. «È tutto a posto», ha detto il capitano.

Dieci e lode Impressioni? Dai cori che sono stati dedicati alla squadra, è sempre più uno dei due leader riconosciuti (insieme a ). La sua stagione d’altronde, al di là dell’esito finale, è già da incorniciare, non fosse altro che per il suo ruolino marcatori. Mai in una stagione aveva segnato così tanto: 10 gol. Proprio per questo — grazie alla collocazione tattica più avanzata— l’ipotesi che «la lode» arrivi proprio domani non è affatto campata in aria.

Grazie Gaia La dedica, c’è da scommetterci, sarà per la figlia Gaia. Il modo migliore per sciogliere una tensione che monta. Un gol, un gol vero, e la «ferita» alla storia sarà sanata. come i giallorossi che— anche grazie al derby— hanno lasciato il segno nell’immaginario collettivo di una tifoseria. Il posto è suo. Se poi in fondo alla strada si racconterà persino di un derby utile a vincere lo scudetto, la fame di Daniele sarà placata. Attenzione però, non pensate che la tregua duri a lungo.