CORSPORT (R.MAIDA) - Verrebbe voglia di isolare un momento e fermare il tempo lì, nell'unico momento in cui Storari si è arreso. Francesco Totti immobile che festeggia con il dito in bocca, Daniele De Rossi con la barba lun ga che lo stritola con un abbraccio festoso. Ma la partita è andata avanti, la storia è stata stravolta, la Roma guarda la classifica e si ritro va a meno due. La beffa delle beffe è che Cassano, il fischiatissimo Cassano, negli spogliatoi ha festeg giato con una serie di gavettoni al la Sampdoria, Marotta compreso, come se volesse sfogare la gioia per una rivincita compiuta. In questi momenti soltanto De Rossi
RABBIA - La delusione lascia presto spazio alla rabbia. « Nell'aria c'era chi aspettava di veder piangere la Roma » . Primo siluro. E ancora, pensando al futuro che ricomincia da oggi dopo una notte insonne, pensando a un calendario che assomiglia a una condanna definitiva, dice: « Adesso è dura. Credo che l'Inter vincerà tutte le partite che restano. A questo punto solo la Lazio ha le possibilità di fermarli perché è una squadra di qualità. Se la Lazio gioca la partita domenica, l'Inter a Roma non vince. Ma ora non cerchiamo alibi esterni. Io domenica andrò al mare con mia figlia... » . E questa è la scelta di chi non crede nei miracoli. Del resto, la Roma aveva il comando delle operazioni e ora non lo ha più. Adesso sì, che lo scudetto è proprio un sogno.
ARBITRO - E se il presidente Rosella Sensi attacca l'arbitro, De Rossi non se la sente di allinearsi: «Due anni fa ho detto chiaramente come la pensavo. Erano successe cose scandalose contro di noi. Adesso non la penso così. Nell'arco di dieci mesi di campionato è andata abbastanza bene. A volte è stato penalizzato qualcuno, a volte qualcun altro. Però nessun problema particolare » . Gli scappa un sorriso ironico a proposito di Damato e magari anche del suo capo, Collina: « Non mi sento di condannare l'arbitro. Anche se forse la designazione stavolta non è stata ottimale. Ma ci può stare» . Questa sconfitta è il segnale della resa? « E' il segnale di chi ha lottato quattro-cinque mesi contro un avversario stratosferico. Loro sono partiti forte dall'inizio, noi abbiamo impiegato diverse settimane per carburare. E' normale che si possa pagare dazio. A volte abbiamo vinto partite che non meritavamo di vincere, in questo caso non meritavamo di perdere e abbiamo perso. Il calcio è così» . Sa essere spietato.