Damato ci scippa mezzo scudetto

26/04/2010 alle 10:05.

IL ROMANISTA (G.PIACENTINI) - E’ STATO come Roma-Lecce, ventiquattro anni dopo. Un incubo senza fine, con tutte le paure dei romanisti che si materializzavano mano a mano che passavano i minuti di una partita che era iniziata sotto i migliori auspici e che invece è terminata con la delusione più grande. La Roma ha perso 1-2 contro la Sampdoria ed ha consegnato su un piatto d’argento lo scudetto all’Inter, che forse questo scudetto, impegnata com’è nella corsa Champions, lo considerava già andato. E invece ieri sera ad Appiano Gentile hanno potuto brindare, soprattutto grazie alla prestazione

Nonostante Damato, però, una parte della colpa è da attribuire anche alla formazione giallorossa, che è riuscita da sola a complicarsi la vita in una partita che per tutto il primo tempo ha avuto saldamente in pugno. Ma che non ha saputo chiudere quando la superiorità dei valori in campo era addirittura imbarazzante. Il tridente leggero, tutto fantasia e colpi di tacco, ha funzionato alla grande per quaranticinque minuti, ma è mancato di cinismo. Una colpa pagata a carissimo prezzo nel secondo tempo quando la Samp, nelle uniche due occasioni in cui si è fatta vedere dalle parti di Julio Sergio, è riuscita a fare due gol. Ribaltando il vantaggio di , tornato a segnare all’Olimpico dopo cinque mesi (l’ultima volta fu col Bari). Si è interrotta in questo modo una splendida cavalcata, durata 24 giornate di campionato (uguagliato il record di risultati utili consecutivi di Fabio Capello) e cominciata dopo la sconfitta di Udine il 28 ottobre.

Claudio Ranieri è riuscito a ricostruire dalle ceneri un gruppo che sembrava aver dato tutto nella precedente gestione. E invece il tecnico di Testaccio è riuscito a portare la squadra a un passo da un sogno. Scudetto o no, Coppa Italia o no, adesso la Roma ha tanti motivi di ottimismo per guardare al futuro. Ha una solida base su cui ricominciare a lavorare, con pochi investimenti mirati. Prima di pensare al prossimo anno però sono rimaste tre partite, quattro compresa la finale di Coppa Italia, da vincere assolutamente per non avere rimpianti. E magari sperare in un miracolo.