
IL ROMANISTA - I tifosi della Lazio sono ancora indispettiti per il gesto del pollice verso fatto da Totti nellultimo derby, ma a pensarci bene il gesto di un membro della famiglia Totti ad aver comportato sconquassi al club di Formello si deve in realtà a Riccardo Totti. Correva lanno 1989, Sagramola si reca in visita a mamma Fiorella e alla famiglia al completo per palesale le offerte di Lazio e Roma per il tesseramento di Francesco.
Le prove generali partono prima dello sfortunato derby dell8 marzo 1998. Totti è intervistato da Francesco De Laurentis per la trasmissione Dribbling. Il conduttore gli chiede di accennare una strofa dellinno laziale. Francesco parte: Vola ., poi scoppia in una risata . Non posso proprio. Non me lo chiedete. Il tempo macina poderoso e arriva il derby del 29 novembre del 1998, con unindimenticabile 3-3. La Roma era reduce dallallucinante serie negativa dei quattro derby perduti nella stagione precedente. I tifosi, nellultimo allenamento sostenuto dalla squadra a Trigoria erano stati categorici nel sottolineare limportanza della gara e avevano realizzato un cartello su cui era scritto: «Attenzione a non fare cinquina, vi costerà una tombola». La squadra, del resto, è consapevole di dover dare tutto. Sia Delvecchio che Totti, preparano sotto la maglia una scritta da mostrare in caso di gol. Sulla canottiera, completamente rossa di Francesco cè scritto: 29 11 98. Ragazzi carica!. Il gol, quello del 3-3, arrivò a 9 dalla fine. Mentre Franco Sensi si lasciò andare alla più bella esultanza della sua carriera di presidente urlando a squarciagola, Francesco, quando la palla non aveva ancora toccato la rete, si sfilò la maglia e corse sotto la Sud.
Lopinione spassionata è che se quel gol lo avesse realizzato sotto la Nord, il capitano che aveva appena 22 anni, quel giorno si sarebbe fiondato direttamente sotto la Nord. Comunque sia, lattesa per vedere Totti mostrare una maglia alla Nord è assai breve. L11 aprile del 1999 arriva infatti limmortale: Vi ho purgato ancora!, esibito dopo la rete del 3-1. A volte, però, per colpire basta un gesto tecnico.E il caso ad esempio della stracittadina del 10 marzo 2002. Lo speaker biancoceleste, Guido De Angelis, annuncia la formazione laziale forse con un briciolo denfasi di troppo: «Salutiamo il nostro simbolo, lemblema dellimpero romano, lorgoglio della gente laziale, onoriamo la Storia e sosteniamo la Lazio la squadra che ha portato il calcio a Roma. E ora entra in campo con la maglia biancoceleste la prima squadra della capitale. Peruzzi .». Inizia così la magia del 5-1, con il pallonetto finale di Checco e lesposizione della maglia 6 Unica.
Totti per la Lazio è ormai unossessione, il 30 ottobre 2007, non è neanche in campo, ma quando, dopo la vittoria per 3-2 dichiara: «Gli scudetti si vincono con le squadre piccole .. perciò», esplode il finimondo. Del resto la Lazio aveva protestato anche per il permesso concessogli di assistere dal campo al derby del 26 febbraio 2006 (quello del record). Aveva, si disse, deconcentrato gli atleti della Lazio. Per domenica ci basta che Totti mostri alla Lazio il suo numero 10 per loro è come la Z di Zorro!