IL ROMANISTA (M.MACEDONIO) - A furia di ripetere non succede, ma se succede..., eccoci qua, col risultato almeno per il momento che probabilmente non succede per davvero. O magari, invece sì. «Lesperienza sosteneva Ranieri in sala stampa mi insegna che nel calcio nulla è impossibile». La storia è lì a testimoniarlo.
Era la stagione 66/67, quando lInter di Helenio Herrera e dellallora presidente Angelo Moratti perse, in meno di due settimane (dal 25 maggio al 6 giugno), Coppa dei Campioni, Campionato e Coppa Italia. Clamoroso fu soprattutto il mancato scudetto, allultima giornata. Che si giocò di giovedì, 1° giugno, per via degli impegni internazionali. Tutti in campo, ovviamente, alla stessa ora. Con lInter in testa, a 48 punti, attesa ad una facile trasferta a Mantova, e la Juventus di Heriberto Herrera (nessuna parentela), a quota 47, impegnata in casa contro una Lazio in lotta per non retrocedere (!). La formazione dellInter, quella che intere generazioni hanno mandato a memoria: Sarti; Burgnich, Facchetti: Bedin, Guarneri, Picchi; Domenghini, Mazzola, Cappellini, Suarez, Corso. Il primo tempo finisce 0-0 a Mantova, e 0-0 è anche a Torino. Allinizio della ripresa quel che non ti aspetti. Il mantovano Di Giacomo, un ex dellInter, effettua un cross innocuo al centro. Giuliano Sarti, solo in area, si fa sfuggire la palla, che finisce in rete. Una papera di quelle colossali e certamente non da lui . LInter preme, ma il risultato non cambia. E la Juve, che nel frattempo si è portata sul 2-0, si aggiudica il titolo. Per la cronaca, Sarti, quellestate, passò dallInter alla Juve.
Lo scorrere del tempo ci porta alla prima delle due fatal Verona per i tifosi rossoneri. Stagione 72/73, col Milan reduce dalla conquista della Coppa delle Coppe, e di scena, il 20 maggio, al Bentegodi per lultima di campionato. Ha un punto di vantaggio su Juve e Lazio, la squadra di Rocco, e quella contro la tranquilla formazione gialloblù sembra solo una formalità. Lo stadio è stracolmo di tifosi giunti da Milano per festeggiare ma, nel giro di appena 23, i rossoneri sono già sotto 3-0. Ogni tiro un gol. Quando, allinizio del secondo tempo, le radioline comunicano che la gara è sul 3-1, si fa fatica a crederci. A Roma, dove la Juve è in svantaggio contro i giallorossi (gol di Spadoni), la reazione dei bianconeri è immediata: al 6 il pareggio di Altafini, mentre a Verona si consuma il dramma milanista. Arrivano il quarto e il quinto gol gialloblù. E quando al 90 Bigon sigla il definitivo 5-3, la Juve ha appena segnato con Cuccureddu il gol che vale lo scudetto. La Lazio, sconfitta a Napoli, è terza.
Il terzo episodio fa male. Penultima giornata del campionato 85/86. E il 20 aprile e allOlimpico si gioca Roma- Lecce. Coi pugliesi già aritmeticamente in B, e i giallorossi in testa con 41 punti, appaiati alla Juve ma dopo una fantastica rimonta da -8. Per la squadra di Eriksson limpegno con i salentini e poi la trasferta a Como, mentre i bianconeri se la dovranno vedere prima con il Milan e poi con la Fiorentina. Una giornata maledetta: con i festeggiamenti già in atto prima della partita, e il mai tanto vituperato giro di campo dellallora sindaco Signorello, a braccetto con Dino Viola. Senza contare le maglie, le sciarpe e gli striscioni con su scritto Roma, campione dItalia 85/86. La partita: il vantaggio di Graziani, che illude più di uno. E la rete di Pruzzo, a pochi minuti dal termine, che purtroppo non basterà. Ed è dura risvegliarsi dopo i gol di Pasculli e Barbas e il risultato sul 2-3. Si è parlato a lungo di toto nero e scommesse clandestine, ma è difficile credere che unoccasione come quella potesse essere barattata dai giocatori per qualche spicciolo...
La quarta partita folle è di nuovo una fatal Verona per i colori rossoneri. E lanno dei Mondiali di Italia 90. Alla penultima giornata, il 22 aprile, il Milan va a far visita ai gialloblù, mentre il Napoli, a pari punti, è in trasferta a Bologna. Successo facile (2-4), quello dei campani, mentre al Bentegodi va in scena lincubo-bis. Rossoneri in vantaggio con Simone, ma partita che prende unaltra piega anche per le decisioni dellarbitro, Rosario Lo Bello, che espelle tecnico e tre giocatori milanisti. Ridotta in 8, la squadra di Sacchi soccombe per 2-1. La settimana successiva, il Napoli batte la Lazio (1-0) e vince lo scudetto. La quinta sfida è molto più recente.
Siamo allormai famoso 5 maggio del 2002, quando i nerazzurri scendono allOlimpico per centrare lobiettivo che sfugge loro da 13 anni. La classifica recita: Inter 69, Juve 68, Roma 67. Il tifo laziale, ovviamente, è tutto per la squadra...di Hector Cuper. Ci penserà Poborsky a ristabilire un po di correttezza e lealtà in campo, anche a dispetto degli spalti. I gol del ceco, ma anche quelli di Simeone e Inzaghi, provocano le lacrime di Ronaldo, in panchina, mentre il raddoppio dei bianconeri al Friuli regala loro lo scudetto, e la rete di Cassano a Torino contro i granata consente alla Roma di agguantare il secondo posto.