CORSPORT (R. MAIDA) - Coraggioso e pragmatico fino al rischio estremo: diventare impopolare, allinterno e allesterno dello spogliatoio. Laveva detto subito, quando si era insediato sulla panchina della Roma: «Dimenticatevi Spalletti, io sono un altro allenatore. Un martello » . Claudio Ranieri è stato di parola. Un esempio? Alla società, che non poteva acquistare calciatori, ha imposto subito un altro tipo di investimento: rifare i campi di Trigoria. Obiettivo raggiunto. E gli infortuni sono diminuiti sensibilmente. Ma è soprattutto nei rapporti con la squadra che Ranieri ha saputo meritarsi rispetto e seguito: la necessaria premessa per una serie di interventi drastici.
JULIO SERGIO - La sua prima mossa è stata la promozione di Julio Sergio. Il «miglior terzo portiere del mondo» aveva debuttato due giorni prima in serie A con Spalletti, contro la Juventus. Ma non cera Doni, che ancora si stava riprendendo dallinfortunio al ginocchio. Ranieri invece lo ha investito definitivamente del ruolo di titolare. I risultati sono visibili: Julio Sergio è uno dei migliori portieri del campionato. Superiore allinterista Julio Cesar, primo portiere della nazionale brasiliana, ed evidentemente a Doni, il numero due nelle gerarchie di Dunga.
JUAN-BURDISSO - Unaltra scelta definitiva ha portato allaccantonamento di Mexes, uno dei leader del gruppo. Il recupero fisico di Juan e leccellente rendimento di Burdisso hanno creato una coppia difensiva solidissima che Ranieri non ha voluto separare. Anzi una volta lo ha fatto, sacrificando Burdisso: la Roma ha preso tre gol a Livorno, contro lultima in classifica. A proposito: proprio la partita di Livorno ha chiuso irrimediabilmente anche la porta a Motta, colpevole di una sbagliata interpretazione del fuorigioco in occasione dei primi due gol di Lucarelli. Da quel momento, sulla destra si è visto solo Cassetti.
TOTTI A TORINO - Con il passare dei mesi, rinfrancato e rafforzato dallincredibile scalata, Ranieri ha capito che era il momento di osare.
E così a Torino, contro la Juve, mentre tutti si aspettavano lesclusione di Vucinic ha mandato in panchina Totti. Totti è poi entrato per linfortunio di Toni, giocando quasi tutta la partita e segnando il rigore dell1-1, ma per scelta ( tecnica/ precauzionale) era rimasto fuori.
TONI OUT - Daltra parte al Vucinic versione 2010 non si può rinunciare. Se ne è accorto anche Toni, che per motivi di equilibrio tattico è finito tra le riserve contro lAtalanta, la partita del sorpasso. Spianata, guarda caso, da un gol di Vucinic.
DERBY - Arriviamo così allultimo atto, il più aggressivo: contro la Lazio, Ranieri ha provato la formula del tridente pesante, salvo poi rendersi conto che non poteva funzionare. E allora cosa ha fatto? Nellintervallo ha tolto Totti, il capitano romano. Non solo. Visto che De Rossi rischiava lespulsione e «sentiva troppo la partita» , ha sostituito pure lui. Laltro romano, laltro capitano. Nessun allenatore si era spinto così avanti, prima. Al resto hanno pensato Julio Sergio e Vucinic. Ma questa per la Roma di Ranieri non è una novità.