Carica Ranieri: "Azzanniamoli"

11/04/2010 alle 10:28.

GASPORT - A Keirrison e Kroldrup, il fattore K ha fatto sussultare Trigoria, ieri sera. I gol dei due giocatori della Fiorentina sono stati accolti da un boato; sono saltati dalle sedie staff tecnico, giocatori e dirigenti. Alla faccia della scaramanzia. Poi, quando alle 22.39 l’arbitro Bergonzi ha fischiato la fine di Fiorentina-Inter, è cominciata Roma-Atalanta. Ranieri e il suo staff, che hanno seguito insieme la partita di fronte al maxischermo di Trigoria — i giocatori l’hanno vista nelle loro stanze —, si sono guardati in faccia e il pensiero è stato comune: «Ora viene il bello, ma anche il difficile». La Roma di Ranieri ha un’occasione storica,

ha 58 gettoni e 9 reti, 52 e 8, Perrotta 48 e 2, Toni 47 e 16. Poi ci sono Riise con 86 gare e 12 reti, Vucinic con 19 e 8, Burdisso 25 e 2, Mexes 11 partite. Se aggiungiamo Pizarro (36 gare e 2 gol) e Cassetti (5 partite), il conto sale a 387 presenze e 59 reti.

Le parole Mancherà Juan, oggi, ma Ranieri confida nell’orgoglio di Mexes: «Il francese è un titolare a tutti gli effetti. Quest’anno ha giocato meno perché Juan e Burdisso hanno trovato una grande quadratura, ma Mexes resta il miglior centrale della Francia». Ranieri teme la rabbia dell’Atalanta: «Ha l’acqua alla gola e giocherà per conquistare punti. Le partite che sembrano facili in realtà sono le più difficili. Queste ultime sei gare vanno affrontate come altrettante finali. Noi dobbiamo far sentire il fiato sul collo all’Inter ed essere pronti ad azzannarla».

Un branco di lupi C’è il rischio di una chiusura di stagione piena di veleni. È tornata di attualità Calciopoli: «Calciopoli è stata una delle pagine più nere del nostro calcio. Non dobbiamo dimenticare che un conto è la giustizia ordinaria e un conto quella sportiva » . Ranieri non si scompone di fronte ai calendari sfalsati: «È giusto che l’Inter giochi venerdì contro la perché ha la semifinale ». Si torna a parlare di tattica e Ranieri fa: «Quando gli attaccanti recuperano il pallone, siamo più branco. Siamo più lupi». Sta storia del lupo, come direbbe Gigi Protetti, «quanto glje piace».