Burdisso, Juan e gli altri: giro del mondo in 80 derby

14/04/2010 alle 23:13.

IL ROMANISTA (D.GIANNINI) - Buenos Aires, Rio De Janeiro, Liverpool, San Paolo, Madrid, Siviglia. Dopo che hai giocato tutti i derby più sentiti del mondo, puoi affrontare quello di domenica sera con una certa tranquillità. Perché, se è vero che la partita dell’Olimpico è fondamentale, una delle più importanti di sempre della nostra storia, è altrettanto vero che la Roma può contare su giocatori che sanno come gestire certe situazioni.

A detta di molti, il “Surperclasico”, il derby di Buenos Aires, è uno dei pochi (insieme all’Old Firm di Glasgow) a essere più “caldo” di quello di Roma. Boca contro River, roba da uomini duri, proprio come Nicolas Burdisso, non a caso soprannominato “il bandito”, che ha avuto anche modo di segnare durante una di queste supersfide. Anche se era solo un’amichevole, se mai può essere definita tale.

Non saranno a strapiombo sul campo come a La Bombonera, ma sono sicuramente di più gli spettatori del derby di Rio tra Flamengo e Fluminense, più semplicemente conosciuto come il "Fla-Flu". Il Maracanà per questo spettacolo si riempie di centomila spettatori. Ne arriverebbero anche di più (il record è del 1963, quando ci furono 177 mila persone) ma per motivi di sicurezza la capienza è stata ridotta. Questo spettacolo impressionante per il nostro Juan era l’abitudine. Per lui, che al Flamengo c’è stato dal 1996 (anche prima se si considerano le giovanili) fino al 2002, i 70mila dell’Olimpico sono routine, anche se in una recente intervista ha detto che il nostro derby, rispetto a quello carioca "è di più".

Ma di brasiliani in rosa la Roma ne ha tanti. E anche loro hanno vissuto stracittadine importanti. Come Julio Sergio, che al Santos ha provato le emozioni delle partite contro San Paolo, Corinthians e Palmeiras, la squadra in cui militò Taddei prima di venire in Italia. Forse però, tra i giocatori sudamericani della Roma, il vero uomo derby è Julio Baptista. E non solo per il gol che ci ha dato la vittoria lo scorso anno. La Bestia, infatti, ha giocato solo in squadre che vivono una forte rivalità cittadina. A partire dal San Paolo per passare al Siviglia (lo scontro è col Betis), arrivando poi al Real Madrid (che oltre al derby con l’Atletico ha anche la partita col ) con l’intervallo all’ quando affrontò tutte le squadre londinesi della Premier, Tottenham su tutte.

E poi? E poi c’è John Arne Riise che, partito dal freddo di Alesund e passato per l’aristocratica Montecarlo, è arrivato dritto dritto ad Anfield. Che è diventato casa sua per otto anni. Nei quali ha incontrato i rivali dell’Everton tante volte. Ma forse la partita contro i "Toffees" che John ricorda con più piacere è proprio la prima, datata 15 settembre 2001, quando mise a segno la sua prima rete con la maglia dei Reds. Riise come Juan, Burdisso come Baptista, i romanisti sanno bene cos’è un derby. Lo sapevano anche prima di giocarlo qui da noi. Non sono uguali? Beh, a spiegargli le differenze ci avranno da tempo pensato e . Ledesma ha detto che è "la partita della vita". Per quelli dell’altra squadra della à, lo è di certo. Per molti dei nostri giocatori è "solo" la partita più importante e sentita dell’anno. E sanno come si fa a superare la tensione, come si fa a vincere.