IL MESSAGGERO - Da un giorno allaltro sei lì, immobile. Il mondo è solo un letto, una stanza, un computer che è lunico mezzo di comunicazione con gli altri. Intorno ci sono tanti ricordi, le fotografie con i gol, qualche poster, il disegno appeso proprio sopra i suoi occhi realizzato per lui dalle figlie più piccole, Gaia e Benedetta, oltre il quale cè la bellissima corte di Casa Mazenta. Stefano Borgonovo vive così da più di due anni, a Giussano, tra Milano e Como, ostaggio della maledetta Sla, la sclerosi laterale amiotrofica che lui chiama la stronza. Nel suo letto, Stefano lotta, guarda avanti con coraggio. La moglie Chantal e la cognata Ivonne sono sempre presenti.
E solo nel suo letto ma Stefano, 46 anni da poco compiuti, attaccante di razza, Fiorentina e Milan le sue squadre più importanti, ma non si sente abbandonato. «Tutti gli amici che ho li sento vicini a me ogni giorno. Baggio? Mi chiama spesso: so che mi darà una grande mano per sconfiggere la stronza. Ma tutti sono con me: lottiamo insieme». Roby è lamico del cuore, da sempre, ma negli ultimi mesi ne ha trovato un altro. «David Beckham. Un ragazzo doro. E venuto un paio di volte qui, a casa, o ora ci scriviamo». La Sla, continua Borgonovo, non ha nessun legame con il calcio, come spesso si dice: «So solo che il calcio risulterà decisivo per sconfiggerla. Niente di più». Nella vita di ciascuno cè il destino, dice Stefano, una strada segnata «e che vuole la si affronti a muso duro». La speranza di alzarsi non lha persa neppure per un secondo, Borgonovo. «Gli scienziati sono la nostra speranza, insieme a chi li aiuta, a chi da una mano per consentirgli di lavorare. Il mio sogno? Vedere lOlimpico pieno di gente per sostenere la ricerca». Altruista, Borgonovo non dimentica chi soffre. «Non combatto solo per me, ma per tutte le generazioni future. Nessuno deve più morire per colpa della stronza».
Il calcio è sempre la sua vita, anche adesso che può solo guardarlo su uno schermo. «Per me è passione pura», dice Stefano che, però, un poco rimpiange il suo calcio, quello di ieri che poi è, alla fine, quello di poco più dun decennio fa. «Cè una cosa che, adesso, mi colpisce: tutto è dovuto ai calciatori doggi. E poi non vedo nessun colpo straordinario, alla Maradona. Questo è triste. Forse girano troppi soldi». Giocatori dalla personalità spiccata Borgonovo ne individua pochi. «Cè Totti, e chi lo conosce mi capisce, sa cosa voglio dire. I suoi colpi sono magistrali, in campo e fuori». Ammira Cassano che definisce «il giocatore che più di tutti avvicina i colpi di Diego, ha un grande talento», ma un posto speciale nel suo personale ranking Borgonovo lo riserva a De Rossi. «Punto su Daniele. Ha doti straordinarie. Mi ricorda la grinta e la grande personalità di Tardelli. La Roma è una grande squadra, non cè solo lui, con Totti: ha un dirigente bravo e capace come Pradè. Adesso, poi, i dirigenti di classe li conti sulle dita di una mano sola. Forse». Borgonovo segue il campionato con una cura quasi maniacale. «Guardo tanto sport in tivù ma per il calcio ho un vero debole», spiega. Ascolta le domande, Stefano, e per quelle del calcio ha unattenzione speciale. Il viso si illumina, vorrebbe essere in campo, il pallone ai piedi, i tifosi. «Questo campionato, adesso, mi piace molto. Il Milan? Peccato per le troppe assenze, ma faccio i complimenti a Leo e Galliani».
Dallaltra parte della barricata, a Milano, cè lInter che guida il torneo. «Loro hanno un grande vantaggio. E Mourinho, che è un trascinatore, uno che manca agli altri». A un piccolo passo cè la Roma. «Ranieri ha fatto un grande lavoro». Dal suo letto, Borgonovo non perde una sola azione delle partite.Il finale del campionato? «Il desiderio, irrealizzabile, è uno spareggio a tre». Segue tutto, Stefano, e non gli è sfuggito nella sulla vicenda Balotelli, i fischi dei tifosi, lo stop di Mou. «Mario è un ragazzo di diciannove anni al quale tanti vogliono bene. Chi ti critica, caro Mario, chi ti da consigli, soprattutto i tuoi compagni nello spogliatoio, devono ricordarsi cosa facevano quando avevano la tua età». Scrive le sue risposte al computer, Stefano, mentre sulla cornice elettronica scorrono una trentina di fotogrammi della sua carriera, Borgonovo che segna, Borgonovo con la maglia del Milan, Borgonovo con quella della nazionale, la famiglia. «Ho un grande desiderio: alzarmi e avere la tasca piena di palloni in un mondo di solo sport» perché, aggiunge, «la politica che seguo mi sembra troppo confusa. Anzi, di più».