Allievi Nazionali. La squadra è stellare ma non Nazionale

15/04/2010 alle 10:05.

IL ROMANISTA (V.META) - Questa è la storia di un paradosso. Quello per cui una squadra stellare è in realtà priva di un’autentica stella. Parliamo degli Allievi Nazionali, i ragazzini terribili di Andrea Stramaccioni, che si apprestano a chiudere un campionato li ha visti dominare, al punto da staccare il biglietto per le fasi finali con quattro giornate d’anticipo. A giudicare dai risultati, quella dei ’93 sembrerebbe un’annata magica, e in un certo senso è così.

Un altro confronto utile può essere quello con le annate precedenti. Nell’Under 16 trionfatrice nel 2008 al “Bannikov” c’erano i ‘92 Pettinari e Sini. Fra i ’91 hanno una lunga militanza in azzurro i vari D’Alessandro, Crescenzi, Brosco e Bertolacci. Per rimanere negli ultimi anni, un passato in Under 17 ce l’hanno anche i ’90 Erba e Loiodice, gli ’89 Okaka e Della Penna e l’88 Palermo. Insomma, il vivaio romanista è stato da sempre un serbatoio importante per le Nazionali giovanili.

Perché allora una squadra che ha totalizzato più punti di tutti in Italia e che pur essendo inserita in un girone difficile, non è mai stata battuta, non trova rappresentanza in azzurro? Certo non perché le manchino i giocatori bravi. Al contrario, perché ne ha troppi. Il gruppo Stramaccioni è una miscela perfetta, il cui livello medio è molto alto. Non ha una o due stelle, come potevano essere due anni fa D’Alessandro e Brosco, piuttosto una rosa bene assortita, con un bagaglio tecnico e tattico importante, che si è dimostrata vincente proprio in forza della sua identità di squadra. Il che da un lato rappresenta un limite, perché non c’è quel giocatore in grado da solo di risolvere le partite, ma diventa senza dubbio un vantaggio quando c’è da far fronte agli infortuni.

Prova ne è il modo in cui la Roma ha saputo sopperire all’assenza del centrale Orchi per tutta la prima parte della stagione. Anzi, quella è stata l’occasione per la definitiva trasformazione di Caratelli da centrocampista a stopper. D’altra parte, i risultati hanno dato ragione all’atipica Roma dei ’93 anche quando si è confrontata con formazioni di vertice (e ben rappresentate in azzurro) quali  e Atalanta, battuta nella finale di Arco. Più che un gruppo di stelle, quello di Stramaccioni è un firmamento.