Una o due punte? Ranieri preferisce sempre un punto

08/03/2010 alle 09:21.

LEGGO (F. MACCHERONI) - Col Milan si può pareggiare. E anche perdere. Ma l’impressione è che Ranieri abbia corteggiato col suo eterno ardore adolescenziale quello che spesso considera il danno minore. Del resto al cuore non si comanda. Zero gol subìti, mezza vittoria. Ma davanti all’Olimpico tornato gonfio d’entusiasmo, questo pareggio probabilmente non è stato il male minore. Soprattutto dopo l’eliminazione dall’Europa League, che è Europetta, ma che aveva risvegliato illusioni in letargo da mesi a Roma.



Ranieri, sia chiaro, non deve spiegare niente. Semmai potrà raccontare l’eroica resurrezione di una Roma che Spalletti aveva trascinato nel suo naufragio. Ranieri non deve spiegare niente anche perché questo è Ranieri e non si scopre nulla con questo tremebondo pareggio col Milan. Ma ora, chi guardava l’Inter e correva all’Olimpico, sa dove guardare.



Vedere nel finale la Roma un po’ più frizzantina con Toni non depone in favore della scelta di partire con Baptista. Considerare quante volte Menez ha deluso in questa stagione suggerisce di non fare domande sulla sua esclusione. Ma la scarsa propensione di Perrotta sulla sinistra, il prurito di un Pizarro (al rientro, certo) che ha lamentato la tendenza a chiudere piuttosto che a spalancare le ali, confessano la realtà-Ranieri.

Leonardo ha giocato tutte le sue carte. Ha perlomeno fatto finta di credere in qualcosa. Ranieri nemmeno ci ha provato. Quest’anno va di lusso. Ma con questa mentalità, dove si va?