IL ROMANISTA (G. PIACENTINI) - "La difesa a tre? Per il futuro non la posso escludere". Parlava così, qualche tempo fa, Claudio Ranieri. Nessuno però pensava che quel momento potesse arrivare così presto, anche perché di prove vere e proprie non ne erano state fatte. Ad eccezione di pochi minuti nel finale della partita di Firenze, dove però è stata più una situazione dettata dallesigenza di difendere il risultato, la difesa a tre Ranieri non laveva mai schierata.
Per questo domenica pomeriggio al momento della lettura della formazione in molti sono rimasti sorpresi leggendo i nomi nella lista giallorossa: Mexes, Juan e Burdisso, più Motta e Riise esterni. Se la difesa a tre è stato un punto fermo della Roma di Capello nellanno dello scudetto (Zago, Samuel, e uno tra Zebina e Aldair, con Cafu e Candela sulle fasce), per Ranieri è un inedito assoluto, Anche con Spalletti però la difesa a tre dal primo minuto si era vista raramente.
Lultima volta, come si legge su LAROMA24.IT, milleseicentoventiquattro giorni fa. Il 18 settembre 2005, nel posticipo al Picchi contro il Livorno terminato 0 a 0, Spalletti optò per lunica volta in giallorosso per questo schieramento: in quella circostanza una sorta di 3-5-2 con Panucci, Kuffour e Bovo a difendere la porta di Curci. Dopo quella gara il tecnico toscano passò stabilmente alla difesa a quattro, senza abbandonarla mai più. 1624 giorni dopo Ranieri
è partito di nuovo con la difesa a tre, dopo che nei suoi sei mesi giallorossi in più di unoccasione aveva provato a coprirsi di più schierando Burdisso nel ruolo di esterno (a destra e anche a sinistra) ma senza mai abbandonare i quattro in linea davanti al portiere. Se lesperimento sia riuscito o meno, o se sarà riproposto (sulla prestazione di domenica non cè stata molta uniformità di giudizi), potrà dircelo solamente Claudio Ranieri. Magari già sabato sera contro il Milan.