CORSPORT - Gioca, non gioca, è come sfogliare una margherita. Francesco Totti sorride, abbraccia idealmente gli studenti di medicina (« il mio rapporto con i medici? basta, ne ho visti a sufficienza », ha scherzato), poi pensa a domani, allOlimpico, allInter, allo scudetto. Si parla di singoli e squadra, di cellule e tessuto e, a domanda di uno studente, mastica: « Ranieri dice che sono una cellula speciale? Visti gli infortuni forse sono un... cellulino. Ma sto tornando una cellula. Con lInter sarà una partita importante, ci tiene tutta Roma... » si blocca, sorride e aggiunge, « quasi tutta Roma... », pensando ai tifosi laziali.
E in più, il nodo della questione su cui ha bluffato: « Mmm, non credo di farcela... ». Però si vede che la cosa non gli va giù, che vorrebbe farcela, che potrebbe essere anche convocato e poi... e poi il destino. Gli studenti acclamano il capitano, uno dice a Ranieri, « fallo giocare con lInter », luno diventa molti e Francesco, sorridente e arguto, guarda prima gli studenti poi il tecnico, come a dire, « hai visto? dàgli retta... ». Ma il nodo è complesso, almeno quanto la sfida di domani. Totti è ufficialmente disponibile e ieri pomeriggio si è allenato in maniera intensa. Sarà convocato sicuramente per la gara e dovrebbe andare in panchina. Poi, nel caso uno tra Vucinic, Menez e Toni dovesse risentire degli ultimi e ravvicinati impegni, Ranieri potrebbe anche decidere di rischiarlo dallinizio.
LA PROMESSA - Poi Roma-Inter è diventata lo sfondo, il corollario, perché Totti si è rilassato in mezzo ai ragazzi, ha scherzato con Ranieri, con gli studenti e con Veronica Maya, la moderatrice. Si vede che sta tornando in forma, anche nellanima. Ci ha messo la consueta umanità, e si percepiva in aula. « Dal lato privato ho tutto, una famiglia meravigliosa che vorrei allargare ancora. Dal lato sportivo prima di smettere vincerò ancora cose importanti con la Roma. Come singolo, un campione da solo può vincere qualche partita, ma solo una squadra può vincere un grande torneo come il campionato o la Champions. Come sarò tra 10 anni? Per ora non ci penso, sono felice del mio lavoro e del mio ambiente. Sto passando anche del tempo con i ragazzi disabili, ecco, stare con loro mi ha cambiato la vita » .
LE RADICI - Totti è tornato Francesco, per una mattina. E il ragazzo Francesco ha raccontato il suo passato aggiungendo che non si vede nei panni dellallenatore: « Sono cresciuto nel mito di Giannini, romano e romanista. Volevo seguire la sua strada, giocare con la maglia numero 10 della Roma. Ce lho fatta. Farò lallenatore come lui? Non penso di poterlo fare, sono troppo buono... ». Buono ma soprattutto innamorato della sua squadra e della sua città. Lo ha detto tante volte, Totti, ma non si è fatto sfuggire loccasione raccogliendo lassist di uno studente che gli ha chiesto se fosse stato Totti anche in unaltra città: « Ho avuto la fortuna di indossare la maglia che ho sempre sognato. Non lo nego, ho avuto anche la possibilità di cambiare squadra, ma ho fatto una scelta di cuore restando alla Roma. Mi sento figlio e fratello di ogni romanista. Un calciatore guadagna troppo rispetto a un ricercatore universitario? E vero, ma i contratti non li faccio io. Quando ho scelto di restare alla Roma ho rinunciato alla possibilità di guadagnare di più, però ho scelto con il cuore ». Per questo lo amano.