IL ROMANISTA - Benvenuti al Francesco Totti show. Per chi ieri ha avuto la fortuna di essere al Gemelli, dove il Capitano è stato lospite di punta del convegno "La cellula e il tessuto, il solista e il gioco di squadra", cè stato un esilarante e imperdibile spettacolo del numero 10 giallorosso, fatto di smorfie, battute, sorrisi e chi più ne ha più ne metta.
dove il Capitano è stato lospite di punta del convegno "La cellula e il tessuto, il solista e il gioco di squadra", cè stato un esilarante e imperdibile spettacolo del numero 10 giallorosso, fatto di smorfie, battute, sorrisi e chi più ne ha più ne metta. Che ha strappato, a più riprese, applausi a scena aperta al pubblico presente, fatto di studenti, professori universitari, medici e personale vario del policlinico. Prima, però, le notizie sulla questione che sta più a cuore ai tifosi della Roma: la sua presenza contro lInter. Avvicinato prima di entrare in Aula magna, Totti, col solito sorriso sornione, ha risposto alle domande dei cronisti e dei tifosi: «Se gioco sabato? No, non credo
». E via, bellissimo nellabito scuro con camicia bianca senza cravatta.
Poi, durante il convegno, ha svelato la sua situazione: «Sono a disposizione». Sorriso grande grande. Sguardo a Ranieri. E occhiolino a quel tifoso che, prendendo in mano il microfono, ha ribadito al mister la necessità di avere in campo Francesco nella sfida decisiva. Poi, dopo queste informazioni di primaria necessità, si è andati avanti con lo show. Ecco qualche pillola del meraviglioso Totti pensiero: «Lallenatore?
Non lo farò mai, so troppo buono». Oppure: «Squadra e famiglia, per me, sono uguali. La mia vita è divisa tra queste due entità, anche se sto più spesso coi miei compagni che con i miei figli. Limportante, in entrambi i casi, è crescere insieme perché lesempio di un padre e quello di un Capitano sono importanti». E ancora: «Quando alleno i disabili sono il primo a divertirmi, i momenti con loro sono speciali». Infine, una frase che, anche se ripetuta più volte, fa sempre venire i brividi: «La mia è stata una scelta di cuore, ci sono stati momenti della mia carriera in cui avrei potuto cambiare squadra ma ho preferito rimanere qui, nella mia città, a vestire i colori per cui tifavo da bambino, quando il mio idolo era Peppe Giannini. E non perché caveva
i capelli lunghi
». E giù risate. Tante, tantissime.
Come quelle di Rosella e Maria Sensi e Angela Fioravanti. La zia del presidente, in particolare, ha sussurrato al Capitano: «Hai trovato un secondo lavoro». Lui ha sorriso, ha fatto locchiolino e ha replicato: «Me sa che è er primo». Per fortuna, non è così. I siparietti più divertenti sono stati quelli con Ranieri. Il tema del convegno, come detto, era il rapporto tra cellula e tessuto, tra singolo e gruppo. E il mister ha spiegato: «I singoli campioni sono importanti, ma devono funzionare allinterno di un impianto. Poi, ci sono quelli speciali, come il Capitano, che è una cellula staminale». Applausi. E risate, visto che Francesco risponde: «Un cellulino, me
sa
Una cellula lo ridiventerò tra poco». Dagli spalti arriva una voce: «Sabato a meno 1. E te, France, devi gioca». Lui indica di nuovo il mister e assicura: «Daremo il massimo, perché è una partita a cui teniamo tantissimo. E tutta Roma ci guarderà. Anzi, quasi tutta». Qualcun altro risponde: «Sì, ma quelli non contano». E il Capitano replica con un altro occhiolino. Poi si parla di medici: «Basta, credo di avere già dato» e dei programmi futuri. E lì, arrivano le parole più belle. Dopo quello che hai vinto, che cosa ti manca? «Prima di smettere voglio prendermi ancora qualcosa di importante e sono sicuro che ci riuscirò». E una promessa, quella di Francesco. E cè da credergli.