
LA STAMPA - Appena sbarcato a Roma lanciò la sua sfida. «Vorrei tornare a far festa al Circo Massimo con la maglia giallorossa come accadde nel giorno dopo la vittoria al Mondiale...», raccontava un Luca Toni timido, ma dalle idee chiare. Ieri, lex attaccante di Fiorentina e Bayern ha riempito di gioia il cuore del popolo romanista con un colpo carico di effetto e di magia. La Roma è volata lassù, ad un niente dalla lepre nerazzurra e, in alto, volano anche le quotazioni di un giocatore finito nel corto circuito delle critiche e dei veleni per il duello a distanza con il maestro Van Gaal: lui che a Monaco di Baviera, di Toni non voleva vedere nemmeno lombra.
Storia di quattro mesi fa, oggi sepolta dai numeri di un ragazzo che con la zampata anti-Inter ha sparigliato i giochi e non solo nella volata scudetto. «Stiamo vivendo un sogno. Noi, i nostri tifosi, la società: serate come quella appena vissuta ti restano dentro per sempre. Sì, puntiamo a vincere il campionato, ma - così Toni - adesso dovremo essere bravi a tenere i piedi per terra. Il gol? Quando ho visto la palla andare dentro non ho capito più nulla, ho pensato solo ad andare ad esultare sotto la mia curva. Ora pensiamo a vincerle tutte: il palo di Milito allultimo secondo può essere un segno del destino». La mano sullorecchio che gira e la testa che diventa un pendolo: un gesto che il ct azzurro Marcello Lippi conosce bene. «Il Mondiale? Fino a maggio ho in mente solo la Roma», sorride Toni. Già, il Sudafrica. LItalia è fatta, o quasi. Allappello mancano cinque o sei giocatori, ripete Lippi, ma le ultime tappe di stagione stanno costringendo il tecnico campione del mondo a riscrivere la propria lista. Antiche certezze sono sparite, i dubbi aumentano nelle ore in cui Toni sta scalando la classifica nella griglia degli attaccanti. Amauri è un fantasma, Borriello troppo legato ad alti e bassi, Pazzini incostante, Toni decisivo. «Il Mondiale è un mio obiettivo, ma ora cè la Roma», sussurra il bomber che ha messo al tappeto la corazzata di Mourinho.
Le cifre gli giocano al fianco, Lippi annota e lo fa con piacere perché Toni è un suo fedelissimo, scomparso dal giro dellItalia dopo la triste avventura in Confederations Cup nel giugno scorso. «Viviamo un sogno e adesso tiferò Lazio contro il Milan», così il ragazzo, cinque reti in nove partite con la Roma. Toni corre, lotta, fa tirare il fiato alla squadra. Poi, segna. Il 2 gennaio è diventato giallorosso, i primi applausi, i primi elogi fino al ko per un problema al polpaccio nella notte di Torino, il 24 gennaio. Un mese di stop e, alla ripresa, il motore di nuovo a mille verso lInter e la Nazionale.