Toni e Vucinic, attenti a quei due

22/03/2010 alle 09:13.

GASPORT - Il fascino è quello un po’ vintage dei telefilm in bianconero, maa quasi quarant’anni dalla prima apparizione in video (1971) del tandem Tony Curtis & Roger Moore, l’impressione è che da sabato sera a Roma siano in tanti ad averlo ritrovato, inciampando nella formuletta: «Attenti a quei due». Insomma, in attesa di diventare terzetto col rientro di capitan Totti, tocca a Mirko Vucinic e Luca Toni recitare da primattori e traghettare la squadra giallorossa sulle sponde del sogno scudetto. Possibile, perché il talento c’è, così come stimoli fuori dall’ordinario.

Sei forte papà Cominciamo dall’attaccante montenegrino, che con l’Udinese ha voluto dedicare la sua prima tripletta romanista alla fidanzata Stefania, in attesa di un figlio. Domanda: che abbia avuto ragione il suo manager Alessandro Lucci? Passo indietro. Un giorno il suo agente gli disse: «Quando deciderai di fare un figlio, diventerai uno dei cinque attaccanti più forti del mondo». Questione di responsabilità, di «testa». Cose che i numeri non possono descrivere. Non ci credete? Bene, considerate che in campionato Vucinic (complice una serie di problemi fisici) ha segnato «solo» 9 gol. Sareste sorpresi nel sapere che questo bottino ha portato una dote di 13 punti? Come dire, Mirko è uomo da reti pesanti, quasi mai inutili. Soprattutto adesso che, grazie al feeling con Ranieri, ha scoperto l’importanza del sacrificio. «Diciamo che ci siamo sacrificati tutti, perché mancavano dei giocatori molto importanti — ha detto —. Per fortuna sono riuscito ad allenarmi con continuità. Il problema è che ho fatto tutta la preparazione ma, dopo la prima di campionato, ho avuto un piccolo intervento al ginocchio e in pratica sono stato fermo un mese». Sabato non sembrava, ed è per questo che scudetto non è più parola tabù. «Un passo per volta— ha frenato Vucinic—. La cosa più importante è andare a e cercare di vincere».

Voglia Mondiale Di lui «il socio» ha un’idea chiara: «Mirko è un genio— ha detto Toni —. L’intesa con lui è nata immediatamente. Non lo vedi, poi ti fa vincere la partita. Io mi metto al suo servizio e aspetto che mi possa dare la palla giusta. È fortissimo, e giocare con quelli bravi è facile». Così facile che Luca «vede» già il Sudafrica. «Penso di dover andare, poi se proprio Lippi non mi vuol portare andranno altri— ha scherzato —. In ogni caso, penso che laRoma sia una squadra che crei tante palle gol e noi attaccanti abbiamo tante occasioni. Adesso abbiamo riaperto un po’ il campionato, cercheremo di vincerle tutte e poi vediamo quello che succederà. A questo punto si può anche sognare». Ecco, tra Vucinic e Toni il comune denominatore è il sogno. Quello di un figlio, quello della difesa di una Coppa. Si vive di missioni dolci e possibili. Mirko e Luca lo hanno scoperto e la Roma si aggrappa alle loro spalle larghe. Attenti a quei due, in fondo, è qualcosa di molto più vero di un telefilm.