
IL GIORNALE (M. DI DIO) - Il sogno italiano contro lArmata straniera. De Rossi e Toni, due campioni del mondo di Lippi e seri candidati a un nuovo Mondiale in Sudafrica, hanno fermato la multinazionale interista dove gli unici giocatori di casa nostra vagano tra la panchina e linfermeria. E il tecnico del miracolo Claudio Ranieri - allenatore italianissimo nonostante un curriculum con esperienze in giro per lEuropa - vuole vestire il ruolo di anti-Mourinho. In quattro mesi e mezzo la Roma ha recuperato 13 dei 14 punti di differenza dallInter, ora non può più nascondersi. Grazie ai suoi gol made in Italy. «Ero scettico sullo scudetto, adesso sarebbe un delitto non provarci», così Capitan Futuro De Rossi, che più di altri vive da anni la rivalità sportiva con i nerazzurri.
E di italiano nella Roma cè Perrotta, un altro iridato con Lippi e uomo buono per tutte le stagioni; o ancora Cassetti, già uomo derby capace con una partita esemplare di annullare Etoo e di mettere in difficoltà un calciatore navigato come Javier Zanetti. Come non dimenticare poi Francesco Totti: il capitano ha giocato solo la metà delle partite stagionali, complice una serie di guai fisici in sequenza dai quali - secondo i dettami di Ranieri - ora cerca di guarire senza fretta. La sua presenza nel rush finale per lo scudetto (sette partite in 44 giorni) diventerà fondamentale, già dal match pre-pasquale di Bari, squadra spesso «bucata» dai gol del numero dieci giallorosso (vedi i tre gol dellandata).
La notte di festa è nelle bandiere sventolate a Testaccio, covo storico del tifo giallorosso, e nellentusiasmo dei ragazzini che a Ponte Milvio, luogo della movida romana, individuano in un ristorante proprio De Rossi e Toni in compagnia del norvegese Riise, che un giorno forse parlerà prima romanesco che italiano. Ma nel day-after dello scacco matto alle pedine di Mourinho (che ha fruttato ai giocatori un premio della presidentessa Sensi, promesso se fossero arrivati due successi consecutivi con Bologna e Inter) cè spazio soprattutto per Claudio Ranieri, luomo cresciuto alloratorio di San Saba. Del tecnico si parla ovunque, dai bar ai seggi elettorali. "Ma non bisogna meravigliarsi dell'ottimo lavoro che sta facendo - spiega Carlo MAzzone - E' uno che ha fatto la gavetta, allenando piccole e grandi squadre, nessuno gli ha regalato niente, non capisco la perplessità attorno alla sua figura".
"Tutto merito di Ranieri, c'è la sua impronta determinante nella cavalcata della Roma - rilancia Bruno COnti -. Ha dato compattezza e normalità al gruppo, con lui si ride al momento giusto ma si lavora sodo". Da Trigoria raccontano che il tecnico, in uno dei suoi primi allenamenti, caricava così i suoi giocatori: "Sui palloni che calciate voglio vedere scritto nome e cognome...". Il candidato anti-Mourinho è racchiuso in questa frase