Testaccio spinge la Roma

23/03/2010 alle 10:30.

CORSPORT (G. D'UBALDO) - A Testaccio batte forte il cuore giallo rosso. L’inaugurazione della sede dello storico Roma Club, che per via di uno sfratto rischia va di morire, è l’occasione per un pomeriggio di romanità che non si viveva da tempo. Qui, nella roccaforte romanista, ogni angolo è colo rato di giallorosso. Si respira l’aria buona che arriva dal Monte dei Cocci, trentacinque metri di anfore rotte che danno il nome al rione. Il mercato è trecento metri più su, sulla piazza che è il cuore pulsante di Testaccio.

Via Ghiberti è bloccata per i festeggiamenti, ci sono quattrocento persone accorse a festeg­giare Riise e Juan, Ranieri e Rosella Sensi. Questo non è un club come gli altri. Qui è tutto speciale. Le foto d’epoca, con un giovanissimo Ranieri nella rosa del 1973-74. Un’altra foto sbiadita con la Primavera campione d’Italia de­gli inizi degli Anni Settanta, un manifesto che invita gli abitanti del rione a sostenere i festeg­giamenti per il secondo scudetto, quello dell’82-83.

Qui, per le vie di Testaccio, c’è voglia di fe­steggiare ancora. Anziane signore con i capel­li bianchi espongono le bandiere giallorosse dai balconi. Ci sono bambini e nonni, mamme e ra­gazzi della . In trecento sono venuti per chiedere alla Roma di crederci veramente. Ranieri si commuove quando gli chiedono un saluto. Alza la mano e la muove, poi lascia su solo l’indice e il medio, a forma di V, a indica­re la vittoria. Qui da ragazzino veniva a saluta­re i genitori a bottega, alla macelleria che la famiglia Ranieri gestiva fino a una decina di anni fa. «Io nun capisco tutta ‘sta pipinara pe’ fasse ‘na foto co li carciatori. So omini come noi. Ranieri l’ho visto da regazzino, la foto nun je la chiedo», dice un vecchietto che è pronto a distribuire rosette con dentro la porchetta.

C’è il vino dei Castelli e una grande bandie­ra giallorossa che prende tutta una parete. Nel­la vecchia sede del Roma Club Testaccio Fran­co Sensi ogni tanto passava, chiedeva all’auti­sta di aspettarlo per qualche minuto e si ferma­va a raccontare quando veniva al Campo Te­staccio da ragazzino con la famiglia. «Ci tene­vo ad essere qui nel ricordo di mio nonno Silvio, che era molto legato al Campo Testaccio» , ha detto Rosella Sensi. Applausi anche per lei.