
CORSPORT (G. D'UBALDO) - A Testaccio batte forte il cuore giallo rosso. Linaugurazione della sede dello storico Roma Club, che per via di uno sfratto rischia va di morire, è loccasione per un pomeriggio di romanità che non si viveva da tempo. Qui, nella roccaforte romanista, ogni angolo è colo rato di giallorosso. Si respira laria buona che arriva dal Monte dei Cocci, trentacinque metri di anfore rotte che danno il nome al rione. Il mercato è trecento metri più su, sulla piazza che è il cuore pulsante di Testaccio.
Via Ghiberti è bloccata per i festeggiamenti, ci sono quattrocento persone accorse a festeggiare Riise e Juan, Ranieri e Rosella Sensi. Questo non è un club come gli altri. Qui è tutto speciale. Le foto depoca, con un giovanissimo Ranieri nella rosa del 1973-74. Unaltra foto sbiadita con la Primavera campione dItalia degli inizi degli Anni Settanta, un manifesto che invita gli abitanti del rione a sostenere i festeggiamenti per il secondo scudetto, quello dell82-83.
Qui, per le vie di Testaccio, cè voglia di festeggiare ancora. Anziane signore con i capelli bianchi espongono le bandiere giallorosse dai balconi. Ci sono bambini e nonni, mamme e ragazzi della curva sud. In trecento sono venuti per chiedere alla Roma di crederci veramente. Ranieri si commuove quando gli chiedono un saluto. Alza la mano e la muove, poi lascia su solo lindice e il medio, a forma di V, a indicare la vittoria. Qui da ragazzino veniva a salutare i genitori a bottega, alla macelleria che la famiglia Ranieri gestiva fino a una decina di anni fa. «Io nun capisco tutta sta pipinara pe fasse na foto co li carciatori. So omini come noi. Ranieri lho visto da regazzino, la foto nun je la chiedo», dice un vecchietto che è pronto a distribuire rosette con dentro la porchetta.
Cè il vino dei Castelli e una grande bandiera giallorossa che prende tutta una parete. Nella vecchia sede del Roma Club Testaccio Franco Sensi ogni tanto passava, chiedeva allautista di aspettarlo per qualche minuto e si fermava a raccontare quando veniva al Campo Testaccio da ragazzino con la famiglia. «Ci tenevo ad essere qui nel ricordo di mio nonno Silvio, che era molto legato al Campo Testaccio» , ha detto Rosella Sensi. Applausi anche per lei.