
GASPORT (M. SCHIANCHI) - Il ricordo è allegria. E sul ricordo si prova a costruire il futuro. Il 6 marzo 2007, il numero più bello della carriera: cinque doppi passi che sono la vera poesia del calcio, il pallone spedito con rabbia allincrocio dei pali e la corsa a godersi la felicità. Tre anni dopo Alessandro Amantino Faioli, detto Mancini, si aggrappa alla memoria e si gode lincrocio che gli regala il calendario: allOlimpico, contro la sua Roma, serata da brividi e da cuori forti. Ripetere limpresa sarebbe chiedere troppo al destino, malobiettivo è chiaro: «Con il Milan voglio tornare a essere il Mancini che avete
Critiche Non si sa ancora se Leonardo lo schiererà nella formazione titolare, però questo è un dettaglio: limportante, per Mancini, è essere guarito dallinfortunio muscolare, è correre lungo la fascia durante gli allenamenti, è sentirsi finalmente vivo. Cosa che, quando stava allInter agli ordini di Mourinho, non gli capitava da un pezzo. E pazienza se il suo sbarco al Milan non è stato benedetto dal presidente Berlusconi, che ha criticato lacquisto tuonando: «È fermo da due anni, non sono d'accordo con questa operazione e l'ho detto anche a Galliani». Parole che non hanno turbato il brasileiro, il quale quando arrivò in Italia, nel 2003, e venne dirottato dalla Roma al Venezia, trovò lallenatore Gianfranco Bellotto che lo rimproverava perché stoppava il pallone con lesterno del piede e questo a lui non piaceva. Per la cronaca, il 6 marzo 2007, mentre Mancini, anche con lesterno del piede, mandava in tilt il povero Réveillère, terzino del Lione, Bellotto era davanti alla tivù a osservarne le gesta. Comediceva lo scrittore brasiliano Jorge Amado, «le parole corrono dietro al vento».
Paso doble Ai fatti, invece, bada Mancini. Alla sfida contro la Roma che vale oro in chiave scudetto e anche alla partita di Manchester, «che possiamo vincere e mi dispiace non poterci esserci, però il mio tifo sarà ancora più forte». Con Pato indisponibile, la logica vorrebbe che il ruolo di ala destra fosse tutto di Amantino. Tuttavia Sua Maestà Beckham preme e non gli lascerà facilmente lo spazio. «Limportante per me è ritrovarmi, dimostrare che ci sono ancora. Lallegria che cè al Milan mi fa bene e in allenamento mi riescono anche le cose più difficili». Non resta che dargli fiducia e aspettare. Non si sarà mica dimenticato come si fanno i doppi passi, no?