IL ROMANISTA (A. MANDOLESI) - Adesso non ci sono più scuse. Esigua o meno che sia la rosa della Roma, dopo leliminazione dallEuropa League gli appuntamenti si sono decisamente diradati. Da qui a fine stagione si giocherà solo nei week end: in mezzo alla settimana restano lultimo mercoledì di campionato (Bologna-Roma il 24 marzo), una semifinale di Coppa Italia ad Udine (14 aprile) e, se Dio vorrà, la finale del 5 maggio allOlimpico. Quindi, nessuno venga a lamentarsi perchè gli impegni della squadra sono insostenibili! Ultimamente non sono stati pochi quelli che, tra tifosi e addetti ai lavori, hanno tirato un sospiro di sollievo ritenendo la sconfitta contro il Panathinaikos una vera liberazione.
Quella coppa, per loro, non era proprio interessante, così dovremo ancora rimandare (a chissà quando) una vittoria in Europa, lasciando spazio ai soliti maligni che, negando perfino levidenza (leggi: sito ufficiale dellUefa che attesta alla Coppa delle Fiere la primigenia delle discendenti Coppa Uefa ed Europa League) sostengono che la Roma, fuori dai propri confini, sia ancora ferma a Zero Tituli. Ho già trattato largomento-ambiente che, nel corso degli anni, ha portato il tifoso romanista a cambiare così profondamente modo di vedere le cose da non avere più nulla in comune con le generazioni che lo hanno preceduto. Non so quale sia il modo giusto di stare vicino alla squadra e non ho nessun diritto ad entrare nel merito, ma una cosa è sicura: anni fa, nessun tifoso si sarebbe mai preoccupato dei bilanci della società, così come nessuno avrebbe fischiato questo o quel giocatore con la maglia giallorossa. Diciamo che anticamente si tifava in modo istintivo ed irrazionale mentre adesso, quello per la Roma, è diventato un sentimento più pensato. E in questa ottica che, per mesi e mesi, abbiamo dovuto
sentire chi sosteneva fosse meglio rinunciare allEuropa League (considerata come la Serie B dEuropa), chi sottolineava linutilità della Coppa Italia (ritenuta come il solito contentino della Lega) e chi addirittura, ritenendo di non poter vincere lo scudetto, auspicava un turn over proprio nelle gare di campionato, forte del largo margine di vantaggio sulle quarte.
E pensare che io, in tutta la mia vita, sono sempre andato allo stadio con lidea che la Roma dovesse vincere tutte le partite! Mi sento un po passato di moda, lo ammetto. Comunque adesso ci hanno finalmente tolto dallimbarazzo, a meno che non riusciremo a screditare anche leventuale finale di Coppa Italia. In parte ci siamo già riusciti, se penso che nel 2008, nella finale tra Inter e Roma erano presenti appena 45.000 spettatori, mentre lanno seguente, nella finale tra Lazio e Sampdoria (con un bacino di tifo infinitamente inferiore) allOlimpico erano quasi in 70.000. Ci resta il campionato e, con larrivo del Milan ed i prezzi ridotti (complimenti alla società) finalmente potremo rivedere uno stadio pieno, evento sempre più raro dalle nostre parti.
A parte il fatto che in palio ci sarà il ruolo di anti-Inter (ma, per la verità, temo che la sola anti-Inter sia lInter stessa) credo fermamente in una partita avvincente. Sarà la rivincita della gara di andata, il cui risultato fu offuscato dalle tante (legittime) polemiche, e la Roma dovrebbe recuperare quasi tutti i suoi giocatori migliori. A dirigere la partita è Tagliavento, considerato ormai come un garante della Roma. Per la cronaca, però, anche il Milan non ha mai perso con larbitro ternano. Quindi si partirà alla pari. Tagliavento per la Roma? Tagliavento anti-Inter in chiave Milan?. Non credo a queste cose, e non le auspico nemmeno. Chiedo solo quello che vorrebbero tutti: un arbitro poco protagonista che sbagli il meno possibile, consentendo alla squadra più meritevole di aggiudicarsi la partita. E troppo?




