
IL ROMANISTA (M. MACEDONIO) - Lui, allo stadio, a seguire la Roma, ci va ogni volta che può. In casa o fuori, poco importa. Perché a Ruggiero Rizzitelli i colori giallorossi sono davvero rimasti dentro, incollati al cuore. Ci va da tifoso, anche se potrebbe andarci per lavoro. Cera a Madrid, cè stato spesso e sa quantè importante esserci in questo momento: «Fondamentale. Tanto più con un pubblico come quello della Roma, che ti trascina come pochi. Spero che con lUdinese lOlimpico sia di nuovo pieno, perché, dopo lo spettacolo dei 70.000 col Milan, è importante che i tifosi trasmettano alla squadra la convinzione che si deve. Se così non fosse i giocatori finirebbero per non crederci più nemmeno loro. Niente è ancora perso».
A Londra, però, la squadra di Mourinho è apparsa trasformata.
«Tanto di cappello, perché dopo la gara di Catania, nessuno se laspettava così. Ma proprio questo può essere un vantaggio per noi. Perché sappiamo quanto per loro sia importante la Champions. Le partite in Europa tolgono energie, soprattutto mentali».
Anche la Roma sembra a corto di energie. Se non fisiche, appunto mentali.
«Se le altre sbagliano non deve trovarsi nella condizione di mangiarsi le mani e avere rimpianti, come troppo spesso le è successo in passato. Ricordo ancora, con Capello, il pareggio contro il Venezia retrocesso. Idem due anni fa, quando siamo arrivati a mezzora dallo scudetto, avendo lasciato punti su troppi campi. Quasi sempre con le piccole. A Livorno, domenica, la squadra ha pagato il non aver chiuso la partita. Andare allintervallo sul 4-2 avrebbe messo gli avversari in unaltra condizione. Perché è difficile per un allenatore convincere i propri giocatori che possono ancora farcela».
Sabato, un impegno di nuovo decisivo.
«Con lUdinese saranno tre punti fondamentali. Anche se la squadra di Marino, almeno davanti, fa sempre paura. Non dimentichiamoci che ha il capocannoniere del campionato. Soffre un po dietro, ma è una squadra che va tenuta docchio, altrimenti può farti male».
Nella Roma mancheranno in tanti.A cominciare dalla coppia Pizarro-De Rossi.
«Non bisogna guardare alle assenze, anche se quei due a centrocampo sono fondamentali, ma pensare soltanto a vincere. Chi andrà in campo, saprà far bene. Se uno gioca a Roma, vuol dire che è da Roma. E lui per primo deve esserne cosciente e mostrarsene allaltezza. Ci sono ancora dieci partite e trenta punti in palio. Secondo me, già sabato se ne possono rosicchiare altri due. E se dopo il turno di mercoledì, ci si dovesse presentare allo scontro diretto, in casa, con la possibilità di portarsi a un punto, le cose Perché essere raggiunti, o quasi, condizionerebbe non poco latteggiamento dellInter. E il campionato, allora, sarebbe davvero riaperto».
Tu ci sarai?
«Se non mi mandano da qualche altra parte, sicuramente sì».