Rigori e rimonte, per i giallorossi una maledizione

16/03/2010 alle 12:44.

IL TEMPO (F. BOVAIO) - Chi di rimonta ferisce di rimonta perisce. È triste scriverlo per una Roma alle prese con la netta inversione di tendenza rispetto a quanto le accadeva prima della sconfitta in casa del Panathinaikos del 18 febbraio. Fino a quella sera aveva collezionato 11 rimonte, dopo ha cominciato a subirle. Così è stato nelle due gare con i greci (dall'1-2 al 3-2 per loro là e dall'1-0 all'1-3, poi 2-3 il 25 febbraio all'Olimpico), a Napoli il 28 febbraio e domenica scorsa a Livorno, in una partita che ha confermato ancora una volta la sua avversione per i rigori.

Fino ad allora il dischetto era stato sempre propizio alla Roma, che da lì aveva vinto le coppe Italia dell'80 e dell'81 e aveva superato un turno della Coppa Uefa 1982-83 a Norkoepping. Dopo il Liverpool, invece, solo delusioni, come l'eliminazione a Saragozza nella Coppa Coppe dell'84-85; quella dell'anno scorso con l' negli ottavi di ; la finale di Supercoppa Italiana persa a San Siro con l'Inter nel 2008.

E poi mettiamoci pure la mancanza di un nuovo Tancredi, visto che i suoi eredi non sono mai stati bravi quanto lui nel parare i rigori, tanto che l'ultimo respinto da un numero giallorosso risale al 20 settembre 2006. A pararlo fu Doni ad Ibrahimovic, ma la prodezza fu ininfluente poiché l'Inter vinse lo stesso all'Olimpico per 1-0 con gol di Crespo.