
IL MESSAGGERO - «Inizia un nuovo campionato e noi ci siamo». Claudio Ranieri cambia se stesso prima che il modulo o gli interpreti. Non è più il momento di restare al coperto, di nascondersi. Cè la volata finale, 11 partite, e va allattacco. Con la sua Roma che insegue lInter con 7 punti di ritardo e che oggi puo avvicinarsi ai campioni dItalia, riducendo il distacco a 4: «Non so se la corsa
Cominciando da Livorno, dove lultimo successo è datato: 16 ottobre del 2004. «Abbiamo il dovere di provare a vincere questa gara per poi vivere alla giornata e vedere che cosa accade davanti a noi. Il risultato dellInter ci deve spronare. Lo considero un segno del destino. E ci deve far dire: può darsi. Ma la prima risposta dobbiamo darla sul campo».
Il messaggio di Ranieri, al gruppo e ai rivali, è lo stesso che inviano i dirigenti allo spogliatoio giallorosso, dopo il rilassamento notato contro il Milan. Soprattutto la proprietà, in attesa di una risposta concreta. «Crediamoci» è lo slogan che rimbomba nelle stanze e nei corridoi del Bernardini, prima della partenza per Livorno, in aereo via Pisa. Non è un caso che anche Rosella Sensi, a metà mattinata, si presenti a sorpresa a Trigoria per entrare subito nella sala dove Ranieri, prima dellallenamento, sta ultimando la riunione tecnica con i calciatori studiando i filmati delle gare del Livorno. «E da tanto che non ci vediamo e mi sembra giusto essere qui in questo momento» lintroduzione del brevissimo discorso della presidentessa. Senza mai accennare allo scudetto, scaramanticamente è parola che non pronuncia mai, la Sensi indica la via sino alla fine della stagione. «Mancano ancora undici gare, comportatevi come avete fatto negli ultimi quattro mesi».
Per lesattezza dal 1° novembre, partita allOlimpico con il Bologna: striscia di 17 risultati utili consecutivi, 12 successi e 5 pareggi. Ranieri riparte proprio da quei due pari consecutivi, a Napoli due domeniche fa e a seguire quello allOlimpico con il Milan. Anche per dare garanzie sulla condizione atletica del gruppo, visibilmente fiacco e con il fiatone da due partite: «Non abbiamo gestito un momento di difficoltà, accontentandoci di due punti. I pareggi in questo sport esistono, non sempre riesci a vincere. Comunque mi tengo questa bella serie positiva. Anche se poi, quando stai avanti di due gol come è accaduto al San Paolo, non ti fa piacere essere raggiunto. Comunque la squadra ha sempre dato tutto. Sì, anche con il Milan. Negli ultimi dieci minuti, con Toni che faceva salire i compagni, abbiamo provato a spuntarla. A conferma che fisicamente la Roma sta bene. Insomma anche contro i rossoneri abbiamo dato il massimo». Per la verità a contraddirlo sulla sfida di nove giorni fa sono alcuni giocatori: Pizarro, ammettendo leccessiva prudenza; Perrotta, considerando pericoloso anche uno scatto in più in avanti. Lo stesso allenatore, dopo il match con il Milan, accennò alla stanchezza e allusura dei giallorossi.
Rettifica, almeno parzialmente: «Ci manca un po di smalto. Abbiamo bisogno di brillantante, non facile da ritrovare, per essere quelli di prima. Abbiamo fatto un grandissimo campionato, ma vogliamo finirlo meglio». Prima di lasciare Trigoria, Vucinic gli dice no, secondo indisponibile, aggiugendosi a Totti, di un gruppo per il resto al completo. Torna, invece, Toni, dal primo minuto dopo 50 giorni: «Non è al top, ma sta meglio della settimana scorsa. Lui ci darà una mano. Adesso, però, abbiamo bisogno di tutti ancora di più. Dal massaggiatore al magazziniere, dalla cameriera al cuoco. Tutti quanti. Dobbiamo stare dietro a questi ragazzi perchè ci stanno dando tantissimo, però non basta il loro entusiasmo». Non lo preoccupa invece la lunga lista dei diffidati: Mexes, Juan, De Rossi, Pizarro e Perrotta. «Fa parte del campionato. Non posso fasciarmi la testa prima di rompermela. In tanti, comunque, ci possono aiutare a provarci». Anche i duemila tifosi giallorossi in arrivo a Livorno: «Uniniezione di vitamina per noi».