IL ROMANISTA (G. PIACENTINI) - E' stato accolto da un applauso in sala stampa. Una dimostrazione daffetto spontanea, ma che la dice lunga su quanto il tecnico giallorosso sia riuscito a conquistare tutto lambiente romanista. Se lo merita, Claudio Ranieri, perché se oggi la Roma si trova a un punto dallInter a giocarsi lo scudetto il merito è soprattutto il suo. Lui però continua a volare basso, a lasciare ad altri (Mourinho) il peso di essere favoriti. «Loro sono sempre un punto avanti. Mancano ancora diverse partite, sarà una bella battaglia di nervi ». E finito il curvone, ora lo sprint finale
Al fischio finale cè stato un urlo liberatorio da parte di tutto lo stadio. «Era una gara delicata per tutta Roma, per tutto il nostro popolo, per tutta la gente che ci segue. Abbiamo fatto cinque mesi di sacrifici, di rincorsa e dobbiamo continuare così. Abbiamo battuto una squadra stratosferica, una grossa Inter, bisogna farle i complimenti. Però, devo fare i complimenti anche ai miei ragazzi,perché non hanno mai smesso di giocare a calcio, hanno sempre cercato di fare gol».
LInter ha preso tre pali, lultimo in pieno recupero. «Può essere un segnale», la sua risposta. Il tridente è stato una scelta coraggiosa, che ha messo in difficoltà lInter. «Abbiamo fatto i primi 40 minuti belli, bellissimi, giocando con semplicità, con buone triangolazioni, buone geometrie e gli abbiamo creato dei problemi. Però, negli ultimi 5 minuti del primo tempo lInter si è fatta sentire. Nel secondo tempo siamo rimasti sempre compatti e concentrati. Siamo sempre stati in partita, anche chi è entrato, lo ha fatto con determinazione, per fare la sua parte e lha fatta molto bene. Menez? Sta attraversando un momento di forma bellissimo, e fino a quando ce la faceva lo avrei fatto giocare ».
Lelogio di Pizarro. «Ha fatto una partita strepitosa, perché ci da i tempi, ci da tranquillità, fa diventare facili le cose difficili, è un punto di riferimento insostituibile, perché sa sempre dove mettersi, i ragazzi lo trovano con semplicità e si smarcano proprio sulle sue giocate. Alcune volte fa qualche veronica di troppo... in una occasione mi ha fatto venire il mal di cuore».
Mourinho ha preferito non parlare. «Ci siamo salutati in campo, sono andato nella sua panchina, come faccio sempre allOlimpico. Sono il padrone di casa e vado a salutare lospite».
Sullarbitraggio di Morganti preferisce la linea morbida. «A me è piaciuto, perché è venuto con personalità. La direzione di gara è stata molto buona, dal mio modo di vedere. Poi, lerrore ci può sempre stare». Sul pubblico. «E stato meraviglioso». Come Totti, che sarà larma in più. «Quei dieci minuti in cui è entrato, come toccava la palla era una delizia». Infine parole dolci anche per la società. «Cè un feeling ottimo tra la dirigenza, che è la stessa di cinque mesi fa, e i giocatori. Sappiamo di non navigare nelloro ma dovremo fare di necessità virtù».




