IL ROMANISTA (D. GALLI) - "Quello di Mexes non è mai calcio di rigore". Lo dice Carlo Longhi, mica luomo della strada. Lo dice un ex arbitro internazionale, uno che ha diretto 186 volte in Serie A. «La palla colpisce la gamba, poi il petto e infine il braccio. In base alle regole attuali, questo non è mai rigore». Nella sua moviola a 90° minuto Longhi le chiama regole. In realtà si tratta di interpretazioni. Anzi, di disposizioni. Di consegne. Sono le direttive impartite dal designatore Pierluigi Collina ai suoi fischietti: «Se il pallone sbatte prima su una parte del corpo e poi su una mano anche platealmente, ciò fa sì che larbitro debba considerarlo involontario. Se invece cè un distacco tra il controllo di petto e poi di mano, in questo caso è calcio di rigore».
La dinamica dellepisodio che ha condannato la Roma al pareggio al San Paolo è esattamente quella prevista in astratto da Collina. Il pallone carambola sul corpo di Philippe fino a trovare il contatto con il braccio. Che non è certo protesto in maniera innaturale verso lesterno. Non si verifica quello che il designatore definisce il "distacco" tra petto e mano. Il rigore non cera, la Roma è stata derubata. Certo, si può discutere dellentità del contatto precedente, tra Juan e Quagliarella. Ma il punto è un altro: ci hanno portato via due punti.
Taddei accusa: «Ogni volta che la Roma si affaccia sulle zone alte della classifica succede qualcosa di strano». È furto consumato pure per Vucinic: «Sono molto amareggiato, perché il rigore non cera. Non cera motivo per cui Mexes prendesse quel pallone con la mano. E infatti non lha presa di mano». Il diesse Pradè non riesce a farsene una ragione: «Non voglio definire inesistente questo rigore, ma almeno dubbio. Almeno». Ranieri si affida invece alla diplomazia: «Per come era posizionato larbitro, è un rigore logico». Stranezze? La Roma è stata frenata proprio nella settimana che precede lo scontro diretto con il Milan. Diceva il Cardinale Mazzarino, quattro secoli fa: «A pensar male degli altri si fa peccato. Ma spesso si indovina».




