IL TEMPO - Duecentonove giorni dopo il miracolo di Ranieri si è compiuto: a prescindere da come andrà a finire questo finale di campionato pazzesco. Un torneo dato per finito non più di un mese fa e che invece la Roma ha riaperto grazie a una crescita esponenziale che lha portata a un punto dallInter capolista con sette gare da giocare.
I giallorossi non si possono più nascondere ed è evidente come adesso ci credano eccome. Il coro a fine gara contro lInter era quello di una squadra che viaggia col vento in poppa consapevole della propria forza. Già, pechè il successo contro la capolista è servito a Ranieri & Co. proprio a questo: a prendere consapevolezza del fatto che questa Roma può arrivare ovunque. E per far sì che laltra metà del miracolo si possa completare, Ranieri recupera anche capitan Totti: i dieci minuti finali, delicatissimi, giocati contro lInter hanno fatto intravedere quanto può cambiare il capitano in questa squadra. La coppia mondiale con Toni si è ricomposta, seppur per pochi minuti, proprio nello scontro diretto con lInter, ma da qui in avanti sarà dura separarli. Ranieri se la ride, Lippi forse ancor di più, visto che potrebbe pescare proprio dalle casse giallorosse quel binomio offensivo che finora è stato il neo dei campioni del mondo pronti a rimettere in gioco la coppa in Sudafrica.
È la storia di Davide contro Golia perchè, conti alla mano, tra le due società cè un abisso incolmabile. Praticamente il monte ingaggi della corazzata di Mourinho è oltre il doppio dei giallorossi guidati da Totti: 150 milioni di euro lordi contro poco meno di 70 per gli stipendi dei giocatori fanno capire bene quale sia la differenza e la potenza di fuoco. I tecnici? Qui la differenza diventa quasi imbarazzante: per Mourinho si parla di 10 mlioni di euro tondi tondi, Ranieri ne guadagna 1,6. Pazzesco. E lo specchietto economico si riflette su tutto landamento societario tra due club che fanno, tanto per fare un esempio, mercato allopposto: da una parte lInter che sceglie e compra, dallaltra la Roma costretta a giocare in prestito e centellinare le energie cercando di far cassa con quello che ha o, come successo con Aquilani, monetizzando qualche talento cresciuto in casa.
Oppure, cosa più volte rimarcata dallo Special One, «piangendo» miseria e sfruttando la generosità proprio dei nerazzurri: Burdisso ne è un esempio, ma le trattative di Chivu, Mancini e Pizarro non si distaccano molto. Una società che sembrava sullorlo del fallimento e sulla quale pende comunque ancora un arbitrato, con la tifoseria che ha contestato la proprietà fino a due giorni fa. E con un nuovo stadio presentato in fretta e furia del quale non sè più saputo nulla: se non che il luogo prescelto per costruirlo non era esattamente quello più appropriato. A onor del vero comunque, almeno per il momento, pagano le scelte fatte e il famoso progetto per lungo tempo ventilato, inizia evidentemente a prendere forma... grazie a Ranieri, ma non solo.