IL ROMANISTA - Portare un cappello della Roma in tribuna stampa e per questo essere aggrediti (quasi fisicamente), insultati e minacciati. Con tanto di sputi alle spalle, tanto per completare lopera. E quello che è successo ieri pomeriggio al San Paolo, subito dopo il momentaneo 2-0 dei giallorossi. La cronaca è piuttosto semplice, anche se quanto mai squallida: notato il cappello in testa a un cronista romano, dei tifosi non giornalisti, è bene sottolinearlo presenti nelle scale a ridosso della tribuna stampa si sono voltati e hanno iniziato il loro show. Insulti, non riferibili, minacce verbali «tanto lo vengo a sapere chi sei, dove scappi, ci vediamo dopo» e con gesti tipo ti taglio la gola.
Non solo. Unaltra persona, questa volta presente allinterno della tribuna, ha assistito alla scena e ha pensato bene di rincarare la dose: «Non ve dovete permette, questa è casa nostra, levati subito *u cappell». Detto, fatto. Meglio non correre rischi. Il Napoli accorcia le distanze e le tarantelle ricominciano: da Sud continuano gli insulti e le minacce, da Nord si passa ai fatti, con tanto di sputi in testa. Intervengono i giornalisti napoletani a difendere i colleghi romani e, imbarazzatissimi, si scusano: «Ci vergogniamo per loro, se avete bisogno di qualcosa chiamateci».
Il Napoli pareggia e, neanche a dirlo, riparte lo spettacolo. Occhi bassi, si smaltisce lamarezza e si lavora. Qualcuno ha come sfondo del pc una foto della Roma. Il protagonista dello sputo la nota: «Via, via quella foto», urla. Ma lunico ad andare via, al fischio finale, è lui. Con tutti gli altri che lo seguono. Restano solo i cronisti napoletani, che continuano a scusarsi, e decidono di accompagnare i colleghi della Capitale verso luscita.