IL ROMANISTA (C. FOTIA) - Ciò che amo di più nello sport in generale, nel calcio in particolare e nel tifo per la Roma specialmente, è quella cosa indicibile che ti fa tornare dolcemente bambino, senza che nessuno abbia nulla da obiettare.
- dal giudice alloperaio, dal dirigente televisivo al bracciante, dal dirigente dazienda alla centralinista, dal giornalista al netturbino (chiedo scusa: operatore ecologico) dalla star dello spettacolo alla casalinga - i quali, ogni volta che giuoca la propria squadra , si fanno trascinare dolcemente da quel vento di follia che ti fa compiere atti altrimenti inconcepibili (straordinaria quella foto pubblicata sul nostro inserto dedicato a Roma-Inter nella quale si vede il mio carissimo amico-nemico Gad Lerner con una parrucca nerazzurra e il viso dipinto con gli stessi colori) che ti fa compiere assurdi atti di scaramanzia, seguire riti inconcepibili nella vita
quotidiana. Ognuno di noi, visto in questa luce, potrebbe essere immediatamente ricoverato per gravi turbe
mentali, rimosso dai propri, spesso rilevanti, incarichi e inviato a curarsi presso cliniche di riabilitazone.
Invece, questa dolce follia ci aiuta a vivere meglio la vita, a sopportarne meglio le amarezze e a goderne
più voluttuosamente i doni. E per questo che - passando, spero solo per quest volta, dal registro leggero a quello più serio - mi permetto di rivolgere un sommesso appello a tutte le autorità che hanno competenze in materia: aiutiamoci a non sporcare, a non compromettere con decisioni sbagliate questo bellissimo momento. Per merito prevalentemente della Roma il rush finale del campionato è diventato appassionante,
una cura ricostituente per il malandato mondo del calcio. Può diventare uno spot del bel calcio, risollevando
anche tifoserie depresse (non è proprio il nostro caso, ché siamo fomentatissimi) se, per una volta, chi ha la responsabilità delle decisioni accompagnerà un momento che può essere magico. Ciò contribuirebbe
a restituire al calcio italiano il ruolo che gli spetta nello scenario internazionale.
Segnalo dunque alcuni problemi. La stretta repressiva sulle tifoserie ha ottenuto il risultato cercato (certo su quella giallorossa: Roma-Milan e Roma-Inter, stadio pieno e zero incidenti). Nessuno chiede che si abbassi la guardia, ma che si consenta alle tifoserie di seguire la squadra anche in trasferta: ciò aiuterebbe le società alle prese con seri problemi di bilancio e renderebbe più responsabili le tifoserie ( a cominciare dalla prossima trasferta giallorossa a Bari) chiamate a a isolare e rendere innocui i violenti.
Infine, si ponga per cortesia particolare attenzione agli arbitraggi. Quello di Roma-Inter è stato semplicemente scandaloso a nostro svantaggio. Lenorme merito della Roma è stato di vincere malgrado tutto e di non alimentare dopo polemiche. A noi sarà però consentito di segnalare linsana eccitazione che si sarebbe creata se i monumentali errori arbitrali avessero creato un risultato diverso da quello dettato dal campo? E chiaro che un comportamento virtuoso delle istituzioni induce un comportamento virtuoso delle tifoserie.
Vogliamo provarci, tutti insieme, a instaurare finalmente tale circolo virtuoso? Noi faremo la nostra parte.
Fatecela gioca. Punto.