La Roma è Roma

07/03/2010 alle 10:58.

IL ROMANISTA (C. FOTIA) - Per chi è nato a Roma essere romanista - a meno di non aver contratto un virus da piccoli - è consequenziale. Per me, che sono nato molto più a sud, ma vivo a Roma da quarant’anni, è stata invece una scelta. Forse ho cominciato a innamorarmene grazie al mio cugino maggiore - il vecchio Sam - che era - credo - l’unico tifoso giallorosso di Reggio Calabria.

 
E’ difficile spiegare quali sentimenti possa muovere una passione come questa. E’ un sentimento pulito, semplice e bello. Egualitario, perchè allo stadio l’intellettuale che ha letto cento libri e il borgataro che non ne ha letto neppure uno sono uguali: esultano e piangono insieme. Il primo compito che mi assegno dunque come nuovo direttore de "Il Romanista" è quello di battermi affinchè gli stadi possano tornare a essere riempiti dal popolo: dalle famiglie, dai ragazzi e dalle ragazze, espellendone per sempre la violenza e l’intolleranza.
 
Ho lasciato La 7 e accettato la direzione de "Il Romanista" - l’unico quotidiano al mondo dedicato a una squadra di calcio, nato da una geniale intuizione di Riccardo Luna e tenuto in vita in una fase difficile grazie al sacrificio di Stefano Pacifici e di tutta la redazione - non solo per la mia passione giallorossa. Mi affascina l’idea - questo è il mio progetto - di poter raccontare una à attraverso una grande passione popolare.
I nuovi soci entrati nella cooperativa editrice del giornale - tra essi ci sono anch’io - hanno messo a disposizione le risorse necessarie per un serio progetto di rilancio: più pagine, più sport, più cronaca, più cultura, più spettacoli. 
 
Per fare di questo giornale, piccolo ma dalle grandi ambizioni, un’abitudine diffusa e radicata. Roma e la Roma - non me ne vogliano coloro che hanno contratto quel virus di cui parlavo all’inizio - sono una sola cosa. L’una dentro l’altra, perchè ogni quartiere, ogni rione, ogni strada, ha un cuore giallorosso da raccontare. E quel cuore non è solo tifo calcistico: è calore di un popolo, è comunità, è solidarietà - come ci indica con il suo esempio il nostro capitano, . Viverla così questa passione può servire anche a trovare uno spiraglio di luce nei tempi bui che viviamo, dove spesso arroganza del potere e ignoranza vanno a braccetto.
 
Il compianto Franco Sensi, battendosi contro la cupola del calcio, ci ha insegnato che anche nel mondo dello
sport si possono e si debbono fare battaglie di moralizzazione. Amiamo la Roma anche per questo e di quelle battaglie questo giornale è stato, è, e sarà strenuo sostenitore. La Roma di Rosella Sensi è figlia legittima di quella anche se i tempi e il contesto sono cambiati. La difficile sfida del risanamento economico impone sacrifici e realismo, ma merita rispetto e sostegno. Soprattutto perchè i risultati cominciano ad arrivare e
oggi la Roma è impegnata nella lotta al vertice del campionato e un posto diretto in è a portata di mano.
 
Diciamoci la verità: chi di voi ci avrebbe scommesso dopo l’addio di Spalletti? Invece è arrivato Claudio Ranieri, romano e romanista e ha ricalibrato bene la squadra. Sono arrivati Burdisso e Toni (giocatore che si rivelerà presto preziosissimo), è maturato Vucinic, è esploso Riise, Pizarro e si confermano i perni insosituibili del centrocampo e Juan uno dei più forti difensori centrali del mondo, mentre Julio Sergio è una vera scoperta. Infine, il capitano scalpita ed è pronto a rientrare nella fase decisiva del campionato e non c’è bisogno che sia io a dire quanto conti  in campo.
 
Senza ondeggiare continuamente tra depressione e esaltazione (attitudine tipica di noi romanisti), credo che oggi possiamo tifare Roma non solo con il cuore ma anche con il cervello. Ciò vuol dire che noi saremo i servi sciocchi dell’As Roma? Nient’affatto. Autonomia, spirito critico, indipendenza sono i valori che mi hanno sempre animato nell’esercizio di una professione che è una delle più belle al mondo e non sono certo venuto qui per smentire trent’anni di lavoro. Criticheremo quando lo riterremo giusto, continueremo a dare voce agli umori di tutto il popolo giallorosso, ma tifosi, squadra e società secondo noi devono stare dalla stessa
parte. La Roma prima di tutto.