L’urlo di Testaccio: «Inter, eccoci»

25/03/2010 alle 08:12.

IL ROMANISTA (M. MACEDONIO) - Lunedì scorso l’inaugurazione, ieri sera il primo appuntamento. Quello vero, quello che vale il battesimo con la prima partita. Da seguire finalmente tutti insieme, nei nuovi locali del Roma club Testaccio. Manca poco più di mezz’ora all’inizio di Bologna-Roma, quando si sistemano gli ultimi preparativi. Lo schermo è a posto – ci si è lavorato tutto il pomeriggio – le sedie anche. Alle pareti ancora tanti fiocchi giallorossi: i segni della festa del ritorno a casa, dopo quasi un anno di attesa dall’addio alla sede storica di via Branca. In via Ghiberti ci sono tutti, i soci anziani ma anche i più giovani. E l’emozione è tanta.

Lo schermo è a posto – ci si è lavorato tutto il pomeriggio – le sedie anche. Alle pareti ancora tanti fiocchi giallorossi: i segni della festa del ritorno a casa, dopo quasi un anno di attesa dall’addio alla sede storica di via Branca. In via Ghiberti ci sono tutti, i soci anziani ma anche i più giovani. E l’emozione è tanta.

Perché “è importante cominciare bene”, ma anche perché la partita è delicata. Ha ragione Ranieri. Nessuno pensa all’Inter, stasera. Ci sono tre punti da portar via dal Dall’Ara. Ad ogni costo, se si vuole che la sfida di sabato resti decisiva. Si parte. Venti secondi ed è già urlo. Strozzato. per Menez. Tiro. Peccato. Ci prova Riise, al 5’. E Toni, al 10’. La tensione cresce. «Daje regà!» riecheggia nella sala. E’ il 20’, c’è un fallo in area su Toni. Damato sorvola. «Ahò! Se non è rigore quello!» gridano in tanti.

La squadra c’è, ma ogni tanto sembra sbandare. Nella sala, si impreca. Contro l’arbitro («Ma chi ce l’ha mandato!?») e contro la telecronaca di Mediaset, che continua a parlare di una “Roma che si specchia troppo”. «Una partitaccia» è il primo commento alla fine del primo tempo. «La Roma soffre?» dice Armanda, facendo il verso al telecronista, che quella frase l’ha ripetuta fino alla nausea. «Siamo noi, semmai, che soffriamo». Ha ancora negli occhi la serata di lunedì. «Gliel’ho dati io i fiori a Rosella Sensi» racconta. E quasi si commuove al ricordo. A gruppetti, si commenta. «Io metterei Cerci», dice qualcuno. «No, meglio Baptista» gli fa eco un altro. «Ma occhio, è

diffidato
». Si riparte. E si cambia. La voce, ora, è quella di Carlo Zampa.

Molto meglio. Pronti, via. E l’urlo, stavolta, è liberatorio. Riise! Ancora lui. Ci si abbraccia. La tensione resta, ma pian piano si allenta. Entrano Cerci e Baptista. Sono proprio loro che confezionano il 2-0. E’ fatta! Al 90’ c’è il tempo di festeggiare anche il gol del Parma. E poi, una sola voce: «Inter, ti aspettiamo!».