L’Olimpico regala emozioni speciali

07/03/2010 alle 11:19.

CORSPORT (P. TORRI) - Uno spettacolo di Olimpi co. Esaurito, poi, roba che di que sti tempi non è che sia all’ordine del giorno, esauriti tutti i biglietti, si stava stretti stretti, unica ecce zione uno spicchio vuoto nel setto re dei tifosi rossoneri, prevista, perché per quel settore erano sta ti messi in vendita millecinquecen to biglietti in meno

Ha cominciato a riempirsi pre­sto lo stadio, quando le due squa­dre sono entrate in campo per l’or­mai rituale riscaldamento prepar­tita, era già una bolgia, con la Sud, cuore del tifo romanista, che ha fatto sentire il suo urlo agli undici giallorossi che so­no andati a scal­darsi proprio là sotto. Una Sud che ha voluto ricordare in tutte le maniere, come era giusto che fosse, Antonio De Falchi, il tifoso romanista ucciso all’esterno di San Siro prima di un Milan-Roma, striscioni e cori per quel tifoso che non c’è più ma che ieri sera era presente pure lui, ri­cordato da migliaia di voci. A tren­ta minuti dal fischio d’inizio, il col­po d’occhio era già da tutto esauri­to, bastava fare un giro con lo sguardo per vedere una marea di giallorosso e quello spicchio in ros­sonero che non ha mai fatto man­care la sua voce per Dinho e disce­poli. C’era attesa per questa sfida e quest’attesa si percepiva nel­l’aria senza bisogno di essere me­dium, c’era voglia di calcio, c’era voglia di Roma, c’era voglia di Mi­lan, c’era voglia di gridare al mon­do, da entrambe le parti, cara Inter siamo noi gli avversari, siamo noi che ti facciamo sentire il rumore del nemico.

Quando la voce dell’Olimpico ha urlato la formazione dei gialloros­si, il boato è stato impressionante, pure quando, non rispettando il ri­tuale di sempre, lo speaker ha chi­mato anche il nome di Francesco  spettatore e tifoso tra i set­tantamila, seduto nell’ormai con­sueto palchetto sopra la tribuna d’onore e sotto la tribuna stampa, circondato dagli amici di sempre, pronto a urlare pure lui per la sua Roma, stufo probabilmente di con­tinuare a fare lo spettatore ( do­vrebbe mancare poco al suo rien­tro).

E’ stato un Olimpico come lo vor­remmo sempre vedere, come ci piacerebbe fosse sempre così, co­me quando ha cantato l’inno ven­dittiano con una sciarpata per tut­to lo stadio che è stata uno spetta­colo, un Olimpico che alla fine ha anche applaudito tutt’e due le squadre. Un Olimpico che ha vin­to la sua partita, altro che televi­sione.