Julio Sergio, recupero completato. Pizarro prova il miracolo

03/03/2010 alle 08:51.

IL ROMANISTA - Julio Sergio è recuperato e sabato sera sarà regolarmente al suo posto col Milan. Gli ultimi dubbi sono svaniti ieri mattina, alla ripresa della preparazione dopo il giorno di riposo concesso ai suoi uomini da Ranieri. Il portiere ha prima lavorato a parte col Bertelli: corsa, stretching e lavoro atletico dedicato agli adduttori. Quindi è passato ad allenarsi col preparatore dei portieri Pellizzaro.


Quindi è passato ad allenarsi col dei portieri
Pellizzaro.

Palleggi, appoggi, qualche calcio al pallone, poi tra i pali per provare a tuffarsi sia a destra che a sinistra. Test superato senza alcuna difficoltà, tanto che già da oggi dovrebbe riprendere a pieno ritmo. A posto anche Jeremy Menez, costretto a sedersi in panchina a a causa di un attacco influenzale. La stessa lieve influenza che ieri ha colpito Andreolli e Taddei.

Nulla di preoccupante. Contro il Milan, Claudio Martello spera di avere di nuovo a disposizione

anche David Pizarro. Fisioterapisti e staff medico ce la metteranno tutta da oggi a venerdì per provare a riconsegnare il Pek al mister. Il cileno soffre ancora per un leggero stiramento al muscolo tendineo della coscia

destra, che gli ha provocato anche un edema sulla zona infortunata. Pizarro è fondamentale per dettare i

tempi al centrocampo giallorosso, la sua presenza contro i rossoneri rappresenterebbe una vera garanzia. Recupero complicato ma non impossibile. Alla prima seduta non hanno preso parte i sette nazionali.

All’allenamento hanno preso parte 13 calciatori, compresi due ragazzi della Primavera: il Pena e il centrocampista Stoian. Ieri intanto ha parlato Ovidio Colucci, manager di Doni: «Il ragazzo sta vivendo questo

periodo tranquillamente, alle critiche ormai ha fatto l’abitudine. Lui è molto tranquillo. L’appoggio dei compagni è una cosa che fa molto piacere, ma non ha mai avuto problemi con nessuno. Non ho avuto nessun segnale che potrebbe far pensare ad un futuro lontano da Roma».