Jeremy, l’uomo che accarezza il pallone

21/03/2010 alle 10:18.

IL MESSAGGERO (M: FERRETTI) - Quando gioca così, e la cosa non ha ancora la frequenza che tutti, forse lui per primo, vorrebbero rintracciare, da solo vale il prezzo del biglietto. E, probabilmente, vale anche i (tanti) soldi che la Roma ha speso due estati fa per prenderlo dal Monaco. Quando gioca così, cioè in maniera devastante, quasi irridendo gli avversari, Jeremy Menez appare davvero un fuoriclasse o giù di lì. Lui il pallone lo accarezza, lo tratta bene, non lo prende a calci. Lo gioca con una classe nettamente, e di tanto, superiore alla media. Lui ricama calcio, in mezzo al campo.

Contro l’Udinese, titolare per la seconda gara di fila, ha costretto i tifosi della Roma a spellarsi le mani per applaudire i suoi numeri. «Gli faccio i complimenti, ha giocato alla grande a livello individuale e anche a favore del collettivo», ha detto , che l’ha ammirato dalla tribuna. Ha ispirato il primo gol di Vucinic, ha rimediato il calcio di rigore e, non contento, alla fine ha deciso di far segnare ancora il suo amico Mirko. Strepitoso. Imprendibile

. L’importante, adesso, è che la prestazione fornita contro i friulani non resti isolata. E’ evidente che non si può giocare sempre ai livelli di ieri sera, ma non si può neppure pensare che la prossima partita da Menez di Menez arrivi tra un mese o più. Continuità, ecco il punto. Ecco cosa manca al francese, che prima del riscaldamento ha abbracciato con tutto il cuore il prof.Capanna, il della Roma. «E’ la miglior partita da quando sono alla Roma, e l’affetto che il pubblico mi ha dimostrato al momento della sostituzione mi ha fatto davvero piacere», ha dichiarato Jeremy, abbandonando l’Olimpico con quella solita indecifrabile espressione stampata in faccia.