LEGGO (F. MACCHERONI) - Il silenzio di Mourinho e le mezze verità di Ranieri, il gioco delle parti prima del gioco del calcio. LInter vince in Europa, vincicchia in campionato e si tormenta pensando che cosa possa passare nella testa di quel Balotelli mai così SuperMario come questanno, perché ricorda davvero lomino dei giochini Nintendo che spacca polpastrelli e cervello ai ragazzi.
Mentre la Roma è finalmente uscita dal suo sottomarino e ha scoperto che lisola che non cera, che non poteva esserci, paradossalmente esisteva. Bastava non dare tutto per scontato, pensare semplice come capita spesso a Claudio Ranieri. Al momento dello sbarco Ranieri lancia i fumogeni strizzando locchio al tridente («Menez dovrebbe giocare sempre»), non scioglie i dubbi su Totti («andrà valutato») e adesso racconterà che parlerà prima della partita con i giocatori per capire quello che in questi mesi una persona intelligente ha già metabolizzato.
Ranieri però ha capito una cosa: la Roma guardinga vista col Milan è appagata, sconfitta; la Roma con Vucinic, Toni e Menez può uscire dal sottomarino.
Naturalmente in tutto questo esiste un terzo incomodo: larbitro. Nelle ultime giornate la Roma ha subìto una serie di decisioni strane. A Bologna lennesima prova con lindisponente Damato. Dalla Collina dei fischietti sabbassa unombra inquietante.