IL TEMPO - Di padre in figlio le passioni restano, tanto che se Dino Viola fu grande appassionato di calcio, ancora oggi amatissimo dai tifosi della Roma, di cui fu presidente, e politico come senatore della Dc. Suo figlio, Ettore Viola, non da meno ha deciso di dedicarsi alla politica, presentandosi come candidato nella lista civica di Renata Polverini: «Non è la prima volta che mi dedico alla politica già nel 94 mi presentai con il Patto Segni».
Come mai ci riprova?
«Non ho interessi di potere o economici, ma dopo una vita dedicata alla mia professione, ho deciso di accettare questa sfida per aiutare il prossimo».
I suoi elettori saranno tutti romanisti?
«Non credo. D'altronde mio padre ha rilanciato l'immagine di tutta Roma e le sue vittoriose battaglie hanno permesso di essere stimato dalla gran parte dei laziali».
Da cosa partirebbe? «Intanto dallo stadio, la casa della Roma era un grande sogno di mio padre e automaticamente è divenuto il mio. Roma e Lazio devono avere un impianto aperto 365 giorni l'anno. Credo che non si debba essere vittime della speculazioni, ma vada immaginato un luogo per lo sport, per i giovani e tutti gli appassionati».
Solo il calcio? «Assolutamente no. Certo, se verro eletto sarà probabile una mia delega allo sport. Ma la regione ha bisogno di infrastrutture: dalla viabilità alla riqulificazione del litorale. Insomma, dobbiamo avere a cuore e rilanciare il nostro patrimonio naturale, artistico e culturale. Del resto è l'unica cosa che non ci possono copiare i cinesi».