CORSPORT - A San Siro, l'8 novembre, finì 1-1, gol di Vucinic e di Eto'o. E neppure quella sera c'era Totti. Né era ancora presente Luca Toni, cosicché Vucinic, nel finale sostituito da Okaka, dovette cantare e portare la croce. Oggi, invece, Ranieri può fare affidamento su un attaccante di peso quale Toni, bravo non soltanto nel gioco aereo, ma anche nell'aprire varchi e nel traghettare la manovra da una metà campo all'altra. Ma per venire a capo dell'Inter, la Roma dovrà dare il meglio di sé in ogni reparto e con ogni uomo.
Saranno le scelte tattiche oppure l'estemporaneità e le invenzioni talentuose dei singoli a sbrogliare la matassa? Le une e le altre, pensiamo noi. Perché se una partita si prepara doverosamente con l'addestramento e con i disegnini e le freccette sulla lavagna, è sul campo che essa prende forma e vita, nessuna eguale all'altra e ciascuna decisa da un' improvvisazione, da un colpo di genio, da una topica, da una svista arbitrale, da un rigore sbagliato.
L'Inter si cimenterà con la Roma sapendo di poter giovarsi di due risultati su tre, in attesa di quello di domani sera tra il Milan, falcidiato da squalifiche e infortuni, e la Lazio, apparsa rivitalizzata contro il Siena. Alla Roma toccherà il compito di dettare il tema e poi di svolgerlo con attenzione pari agli impulsi che le verranno dai suoi tifosi. Forte del suo pragmatismo, Claudio Ranieri sa benissimo che il primo e più grosso errore consisterebbe nel lanciarsi dissennatamente all'assalto dell'Inter, implacabile con Milito ed Eto'o quando le si offre l'occasione di mordere a sorpresa, come fa il cobra con l'incantatore distratto. Se puntellasse il centrocampo, rinunciando a una mezza punta, Ranieri non commetterebbe peccato mortale.
Sul piano tattico, sarà interessante verificare come Ranieri rintuzzerà il tre-quartista (Stankovic oppure Pandev o addirittura il malconcio Sneijder) che agirà alle spalle della coppia Milito-Eto'o. Questo compito potrebbe toccare a De Rossi, che però resterebbe lontano dalla 'linea del fuoco' , dove sa farsi valere. Sarebbe perciò opportuno che i centrocampisti giallorossi si scambiassero in corsa le competenze, opponendo il loro pressing a quello di Javier Zanetti, Cambiasso, Thiago Motta e che Cassetti a destra e Riise a sinistra non perdessero di vista uno Chivu, l'altro il temibilissimo Maicon.
E, per non affliggere più di tanto il lettore, un paio di numeri nudi e crudi: 1) da tre anni l'Inter vince all'Olimpico contro la Roma; 2) dovrebbero essere soltanto quattro - e nessuno dell'Inter - gli italiani in campo inizialmente, il che un po' ci rattrista.