
CORSPORT (P. GUADAGNO) - Dopo aver sfiorato la maglia rossonera, per poi diventare un idolo dei tifosi giallorossi, Paulo Roberto Falcao ha i titoli giusti per parlare del match tra Roma e Milan di domani. « Vale per lo scudetto e, proprio per questa ragione, un pareggio non servirebbe a nessuna delle due squadre
L'occasione, peraltro, serve a Falcao per rivelare che, nella primavera del 1980, prima di trasferirsi alla Roma fu contattato dal Milan. « Quella rossonera fu la prima società italiana a cercarmi. La trattativa durò solo 2- 3 giorni e non ci fu nemmeno il tempo per discutere dell'ingaggio. Il Milan
- sostiene convinto, davanti alle telecamere di Milan Channel - Mi aspetto una gara spettacolare, giocata all'attacco da due formazioni molto tecniche. Naturalmente, mi auguro che alla fine sia la Roma a prevalere » .
L'occasione, peraltro, serve a Falcao per rivelare che, nella primavera del 1980, prima di trasferirsi alla Roma fu contattato dal Milan. « Quella rossonera fu la prima società italiana a cercarmi. La trattativa durò solo 2- 3 giorni e non ci fu nemmeno il tempo per discutere dell'ingaggio. Il Milan, infatti, era interessato, ma doveva attendere la conclusione del processo per le scommesse prima di poter concludere l'acquisto. Così arrivò la Roma, con Dino Sani, e io finii nella Capitale. Non ho mai avuto rimpianti per il mancato trasferimento al Milan. Il progetto della Roma, infatti, mi aveva immediatamente convinto. Mi avevano spiegato che Liedholm voleva costruire la squadra, cambiando il sistema tattico abituale, abbandonando la marcatura a uomo tipica del calcio italiano, per affidarsi alla zona. E noi in Brasile eravamo maestri nel gioco a zona... All'epoca, qualcuno si stupì del fatto che giocassi con il numero 5 e non con il 10, ma era lo stesso che indossavo all'Inter-nacional di Porto Alegre e, visto che in Italia mi è stata data la possibilità di scegliere, l'ho mantenuto» .
Se Falcao ha soltanto sfiorato il rossonero, Carlo Ancelotti, invece, da Roma è partito proprio per sbarcare al Milan. « Lo vedo più tranquillo adesso, quando giocava invece era sempre molo teso - racconta l'ex-centrocampista brasiliano - La sera prima della partita si presentava regolarmente in camera mia attorno alle undici e cominciava a parlare della gara del giorno dopo. Fortuna che, poi, in campo era decisamente meno sereno. In lui ho trovato una persona fantastica per le sue doti umane. Una volta diventato allenatore, ha avuto il merito di comprendere il modo giusto per rapportarsi con i calciatori. Adesso gli auguro di vincere la Premier League con il Chelsea » .
Oltre ad Ancelotti, Falcao conosce bene pure Leonardo: « Si sta comportando molto bene - sottolinea - E stata una sorpresa vederlo in panchina perché aveva sempre detto di non voler fare lallenatore. La sua fortuna è aver cominciato con questa professione in una squadra e in una società di cui conosce tutto e tutti. Trovo che sia molto serio nel suo lavoro. E' stato scelto direttamente da Galliani e Berlusconi: ciò significa che le sue decisioni saranno sempre libere e rispettate » .
Ultimo pensiero per Ronaldinho, uno dei grandi protagonisti del match dell'Olimpico. « Ha un talento e una classe che gli consentono di fare sempre la differenza. Sa che il prossimo Mondiale sarà la sua ultima occasione e si sta impegnando molto. Mi auguro riesca ad andare in Sudafrica, ma Dunga non è il tipo che si fa condizionare dall'esterno. Ronnie ha 2 mesi per convincerlo, ma il ct è una persona intelligente: non posso credere che, se lui farà bene, alla fine non lo chiamerà » .