IL ROMANISTA (D.GIANNINI) - Col senno di poi è andata meglio così. A vederla con i tre punti contro lUdinese già in tasca, è facile dire che è stato un bene che Pizarro (così come De Rossi) abbia scaricato col Livorno il conto delle ammonizioni. Perché ora, a meno di cataclismi disciplinari, non dovrebbe avere problemi ad esserci sabato sera contro lInter.
Magari da solo questo non basta per vincere la partita, ma di certo la Roma scenderà in campo con maggiore sicurezza dei propri mezzi, con maggiore convinzione delle possibilità di andare a riprendere le milanesi. Perché quando cè Pizarro è unaltra cosa. Non ci si pone più il problema di come farà il pallone a passare dai piedi dei difensori a quelli degli attaccanti. Ad unire, a fare da collante, ad accarezzare il cuoio cè lui. E il calcio diventa musica. Una sinfonia che muta il suo ritmo in base ai desideri del cileno. Cè
da accelerare? Tic-toc e via, dallaltra parte del campo in un lampo. Cè da rallentare? E partono le piroette
sul pallone con gli avversari a diventare matti nel compito impossibile di levargli una palla che è il naturale prolungamento della gamba.
Basta pensare allesempio più eclatante, quei cinque minuti più recupero di Cagliari nei quali senza di lui è successo il patatrac. Non basta un solo giocatore per avere in tasca la vittoria? Vero, in parte. Perché nel suo caso averlo in campo significa perlomeno non perdere praticamente mai. E quel praticamente sta per la partita di andata col Milan, che finì 2-1 per i rossoneri solo per gli errori di Rosetti. Per il resto, da quando è arrivato Ranieri (vanno cioè escluse le due sconfitte contro Genoa e Juventus, quando in
panchina cera ancora Spalletti), con lui in campo si sono sempre fatti punti. Un dato che non stupisce.
Perché Pizarro non è solo un giocatore dalle grandi qualità tecniche e con una intelligenza calcistica fuori dal comune. No, il Pek è di più: è giocatore decisivo. Non centrano i gol realizzati (due, che potevano essere quattro senza il doppio non usuale errore dal dischetto contro Chievo e Livorno) ma quelli che fa segnare. I numeri parlano chiaro: in campionato con la maglia della Roma, solo prendendo in considerazione i i calci piazzati (angoli o punizioni), dai suoi piedi sono nate 26 reti. Alle quali possono essere sommate quelle in
Coppa Italia (3) e nelle Coppe Europee (6). Un totale di 35 gol. Tanti. La Roma contro lUdinese è riuscita a fare a meno anche di lui, come ha fatto a meno per mesi di Totti, che potrebbe tornare sabato. Stasera intanto torna il Pek: allacciamo le cinture. La giostra riparte.