
IL ROMANISTA (T. CAGNUCCI) - E fu col Bologna che segnò la prima bomba... Ormai si può anche raccontare così Mirko Vucinic, si può anche cantare con le note di una di quelle hitche sanno di casa. Tre gol, tripletta, hat-trick allUdinese, tre modi per dirti ti amo, non per ricominciare ma per continuare. Da Udine allUdinese la Roma non perde una partita di campionato, dal Bologna a Bologna Mirko Vucinic prosegue sul tragitto che ha tracciato. Non è un caso: da quando Vucinic ha fatto il numero 9 per davvero (lui che potrebbe essere anche un 10 o unala, tutto quello che gli pare) la Roma ha cominciato a volare.
tracciato. Non è un caso: da quando Vucinic ha fatto il numero 9 per davvero (lui che potrebbe essere anche un 10 o unala, tutto quello che gli pare) la Roma ha cominciato a volare.
Sabato sera il cerchio sè chiuso segnando il suo gol numero 9 in campionato. E una prova del destino. Esattamente un girone fa lattaccante che gioca col pigiama sotto lo smoking non aveva segnato nemmeno una rete, ma manco una, nemmeno per sbaglio. Col Livorno e al Friuli ne aveva divorate almeno un paio, poi arrivò il Bologna e bomba o non bomba siamo arrivati a Roma con la prima tripletta. Laltra nella sua carriera laveva fatta in un giorno di festa per davvero, ma non perché era primo maggio, piuttosto perché laveva segnata alla Lazio: 5-3. Vucinic ha questaltra caratteristica: non sbaglia un appuntamento. Fa gol solo divini, di una bellezza oracolare (sembrano piovuti chissà da dove) e li fa quasi tutti nelle partite che ti tolgono il fiato, nei momenti in cui manca il respiro.
Contro lUdine pure il rigore non è stato banale, non tanto per lesecuzione, quanto per via di un ricordo - lArsenal - che a nominarlo fa male. Gli altri due sono stati una goduria quasi fisica: un colpo di biliardo - il secondo - il primo un acquerello, un pennello appena intinto nellacqua, una grazia. E passato un girone esatto dal primo gol dellattaccante che molti definivano bislacco, nel frattempo Mirko Vucinic principe di Niksic sè fatto crescere i baffi, la barba, poi se lè tagliata, se lè lasciata incolta e tutti lì a cercare di capire il pelo e contropelo di un centravanti di razza. Lultima mezza sciccheria è stata indossare quelle scarpette viola contro lUdinese colorata come il Borussia Dortmund. Ce nè da diventare daltonici. E tutti a chiedersi perché? che significato hanno? Quale fata gliele ha regalate? Nessuna e niente, se lè scelte perché gli piacevano così.
Vucinic è così. Semplice e libero. Da Udine allUdinese, dal Bologna al Bologna, quella di Mirko è stata una vera è proprio odissea: 2001 sono i minuti che ha giocato in questo campionato. Duemilauno, tutto ebbe inizio proprio quellanno, a Roma, ma col Lecce (era il 18 febbraio esordì con il giallorosso sbagliato contro la Roma che sarebbe diventata campione). Barba, baffi e scarpe, oltre ai gol è cambiata soltanto una cosa al 9 che ha superato la prova del 9: il carattere, lurlo, la presenza, il peso specifico. Se per Claudio Ranieri Mirko Vucinic è diventato insostituibile è perché nel frattempo Mirko Vucinic è diventato un leader. Vero. Oltre alla grazia, al ricamo, ai sapori di corte, ha imparato a sporcarsi, a mettere le mani in pasta, anche a litigare. Oltre alla firma ci ha messo il cuore. E che sta per diventare padre. Ed è la forza maggiore. Dal Bologna a Bologna, 2001 minuti fa lodissea è compiuta: è un viaggio da papà.