CORSERA (L. VALDISERRI) - La prima investitura è arrivata da Claudio Ranieri: «Pizarro ha fatto una partita strepitosa, perché ci dà i tempi, ci dà tranquillità, fa diventare facili le cose difficili. È un punto di riferimento insostituibile perché sa sempre dove mettersi. I compagni lo trovano con semplicità e si smarcano proprio sulle sue giocate. Alcune volte fa qualche veronica e in unoccasione, nella nostra area, forse ha un esagerato e mi ha fatto venire il mal di cuore. Ma con tutto quello di positivo che ha fatto...».
La seconda investitura è arrivata da Daniele Pradè: «Non riesco a dare un voto a De Rossi: non sarei obiettivo. Allora gli un 10 solo per quello che ci trasmette. Daniele è un grande trascinatore di questa squadra. Può far bene o meno bene, ma la sua voglia la trasmette a tutti. Sempre».
Cè poco da fare: gli attaccanti hanno potere (anche contrattuale) dei gol, il portiere è il ruolo forse più affascinante di tutti, la miglior difesa ti fa vincere spesso il campionato. Però il cuore delle squadre sta sempre a centrocampo. È lì, nellequilibrio tra fese difensiva e fase offensiva, che si decidono le partite.
A centrocampo la Roma è messa bene. Molto bene. Lo dimostra la partita contro lInter, la squadra che aveva vinto e dominato il Chelsea a Stamford Bridge. Pizarro migliore in campo insieme a Luca Toni per quasi tutte le pagelle. De Rossi praticamente sullo stesso livello. Ma note di merito anche per Perrotta e per chi è entrato dalla panchina, come Taddei e Brighi.
Non è un caso che Pizarro e De Rossi siano tra gli stakanovisti di Ranieri. Capitan Futuro è il terzo come minutaggio totale: 2.240 minuti in 26 presenze. Il cileno è il quarto: 2.203 in 25 partite. Più di loro hanno giocato soltanto John Arne Riise (2.544 minuti) e Nicolas Burdisso (2.260).
Dopo tanti anni di 4-2-3-1, con Luciano Spalletti in panchina, Claudio Ranieri ha trovato un modo nuovo di sfruttare le qualità di Pizarro e De Rossi: non più in linea, ma con Pizarro vertice basso del «rombo» e con De Rossi «intermedio». La mossa ha avuto due risultati: 1) Pizarro ha preso in mano completamente i ritmi di gioco; 2) De Rossi, pur continuando a dare il suo contributo nel contenimento, è stato liberato per gli inserimenti offensivi.
Pizarro gioca più palloni ed è il punto di riferimento dei compagni in possesso di palla che vengono pressati dallavversario. Anche se non è un gigante 170 centimetri per 65 chili, non a caso lo chiamano il Pek, dallo spagnolo pequeno, piccolo non fa mai mancare laiuto alla difesa. Nel campionato scorso ha persino esagerato: 10 ammonizioni, questanno sono 4.
De Rossi è diventato un vero e proprio attaccante aggiunto. In stagione ha già segnato 10 gol: uno in Coppa Italia (al Catania), tre in Europa League (2 al Genk e uno al Panathinaikos) e sei in campionato (Juventus, Fiorentina, Catania, Udinese, Chievo e Inter). Inutile dire che il più importante è stato quello segnato a Julio Cesar.